Favori negati, sospetti e ripicche: nessuna pace per il tribunale di Imperia

9 ottobre 2016 | 13:57
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Favori negati, sospetti e ripicche: nessuna pace per il tribunale di Imperia

Imperia. Richieste inopportune, favori negati, ripicche, sospetti, faide interne, comportamenti discutibili, intercettazioni imbarazzanti. Per il Tribunale di Imperia, e soprattutto per la procura, non c’è un momento di pace. Lo scrive oggi Marco Preve su Repubblica

Ecco l’articolo integrale. Il deposito degli atti relativi all’inchiesta sulle autopsie fantasma (ne parliamo in questa stessa pagina) rivela una serie di retroscena utili anche a spiegare alcune vicende rimaste fino ad oggi in penombra.

Il primo caso riguarda la vicenda di Gianfrancesco Cabiddu, marito dell’attuale capo della procura Giuseppa Geremia che tra pochi giorni lascerà Imperia per diventare un sostituto della Procura Generale di Genova. Repubblica ad aprile aveva svelato l’esistenza di un’inchiesta alla procura di Torino (competente quando siano coinvolti in veste di indagati o parti offese magistrati del distretto ligure) che vede Cabiddu, un alto ufficiale dei carabinieri e altre persone indagate in merito ad una vicenda che riguarda la patente di Cabiddu e agli interventi effettuati affinché non gli venisse ritirata a seguito di un accertamento.

Un’intercettazione permette di scoprire come nacque l’indagine. Al telefono parla Simona Del Vecchio direttore della Medicina Legale di Imperia con Maria Curcio avvocatessa e Vicepretore onorario del tribunale. Curcio ha appena ricevuto un avviso di garanzia per favoreggiamento (verrà poi archiviata da Torino) perché avrebbe detto alla Delvecchio di stare attenta alle conversazioni telefoniche. Curcio la richiama per spiegare che lei si riferiva a quanto la dottoressa le aveva detto a proposito della Geremia: “Te la ricordi per la storia della patente del marito?”. E Del Vecchio: “Mi ha chiesto di vedere il marito in commissione… ma io faccio nomi e cognomi … dal medico della polizia… dal presidente della motorizzazione… io ho detto che non ho problemi a vedere chiunque ma se devo fare favori… ragazzi alt… lei però me lo ha fatto chiedere ma dopo che ho detto “io vi giudicherò correttamente” … lei ha pensato bene di andare dal dottor…il quale ha dato la patente al signor Cabiddu…sapevo che sarebbero passati da un altro…”.

Curcio chiede all’amica di venire a testimoniare questi fatti e le rammenta una frase: “Ricordi che mi hai detto “d’ora in avanti non lavorerò più per la procura perché questa non mi fa più lavorare…”.

Prosciolta dal favoreggiamento Curcio è in attesa dell’esito del procedimento disciplinare.

In un altro passaggio le due donne interpretano le inchieste come la scelta di chi “vuole mettere nelle grane le persone vicine a Roberto”. Roberto è Cavallone, ex procuratore capo di Sanremo divenuto pm di Imperia dopo l’accorpamento. Tra lui e Geremia si racconta di rapporti non idilliaci. Ma l’inchiesta sulla medicina legale ha tutt’altra genesi visto che è gestita dal procuratore aggiunto Grazia Pradella (arrivata da Milano nel 2015) e dal pm Marco Zocco.

Vero è che molti testimoni d’accusa sottolineano come la Del Vecchio avesse più volte vantato la sua amicizia con Cavallone per rafforzare il suo potere. Numerose sono le intercettazioni tra Del Vecchio e il magistrato. Una anche del 13 giugno 2015, giorno successivo alle perquisizioni, quando era quindi a tutti noto che Del Vecchio fosse indagata. La dottoressa ipotizza un’ “accanimento” proveniente sia dalla Asl che da palazzo di giustizia. Cavallone risponde invitando l’amica a fare chiarezza con gli inquirenti: “Credo dalla Asl…comunque Simo dì le cose che devi dire… chiarisci…se ci sono anche delle cose di cui sei a conoscenza e che avresti dovuto dire.. e che riguardano…”.

Accanto a questi rivoli della maxi inchiesta su medicina legale, il tribunale di Imperia in queste ore attende dai colleghi di Torino altre decisioni. Una riguarda proprio Cavallone e Zocco denunciati mesi addietro dall’ex luogotenente della finanza Rocco Anobile uscito assolto con sentenza definitiva da un processo avviato dai pm imperiesi. Anobile sostiene che sarebbero state nascoste le prove della sua innocenza in avvio dell’inchiesta. L’indagine è a Torino e il pm Laura Longo in queste ore avrebbe già iscritto dei nomi sul registro degli indagati.

Sempre da Torino si aspettano sviluppi su un altro caso delicato. Quello relativo alla “tutela” giudiziaria che è stata decisa dal Tribunale di Imperia per Eva Agnesi, 80 anni, ultima presidente della celebre azienda, quattro anni fa colpita da una emorragia cerebrale, e proprio per le sue condizioni affidata dal Tribunale ad tutore, l’avvocato Elena Martini. Il legale è indagato per peculato assieme al proprio compagno ed al fratello di lui. A far scattare l’inchiesta un esposto dei fratelli di Eva che da tempo nutrivano dubbi circa la gestione del patrimonio milionario della sorella. I pm analizzano anche l’operato del procuratore capo Giuseppa Geremia e del giudice della procedura Ottavio Colamartino, da gennaio trasferito a Lecce. Entrambi avevano sostenuto e riconfermato l‘incarico all’avvocato Martini nonostante le rimostranze degli altri due fratelli Agnesi.

Infine, da Roma, dal Csm si attende la valutazione disciplinare sui post relativi all’avvenenza dell’attore Gabriel Garko che pubblicò sul proprio profilo Facebook la pm Barbara Bresci, titolare dell’indagine sull’esplosione della villetta di Sanremo in cui si trovava Garko durante il Festival della canzone.