Dall’Ariston l’inno alla vita di Massimo Ranieri: “Abbiate il coraggio di sognare e amare”

24 ottobre 2016 | 23:44
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Dall’Ariston l’inno alla vita di Massimo Ranieri: “Abbiate il coraggio di sognare e amare”

L’istrione del teatro italiano è tornato a Sanremo con “Sogno e son desto … in viaggio”

Sanremo. “Abbiate il coraggio di sognare e amare”. Questa sera Massimo Ranieri è tornato sul palco dell’Ariston con uno spettacolo dedicato agli ultimi e ai sognatori, Sogno e son desto … in viaggio”.

Tra canzoni e monologhi, l’istrione del teatro italiano ha attraversato la grande canzone napoletana e insieme ad essa l’amatissimo repertorio personale con tutti i più apprezzati successi, da “Se bruciasse la città” a “Erba di casa mia”, da “Rose Rosse (per te)” a “Perdere l’amore”. Ampio spazio anche ai brani di celebri cantautori italiani e internazionali, come Charles Aznavour, e a intermezzi poetici con i sonetti di William Shakespeare e i versi di Aldo Palazzeschi.

Il recital, dal titolo giocoso e provocatorio, ha così intonato un racconto sui sogni e sulle aspirazioni, un inno alla vita, all’amore e alla speranza con al centro il coraggio. Ma non il coraggio degli eroi, bensi’ quello degli uomini e delle donne comuni. Quegli stessi uomini e quelle stesse donne gia’ cantati da Giorgio Gaber e Pino Daniele o raccontati dal teatro umoristico di Eduardo De Filippo e Nino Taranto.

Un viaggio affettuoso, straordinario e sorridente dove, con l’insuperabile sensibilità artistica e la camaleontica capacità interpretativa che da sempre lo contraddistinguono, Ranieri ha unito in un unico immenso show le diverse arti performative colpendo l’emozione di tutti gli astanti. Nessuno escluso.

Durante le esibizioni l’attore, cantante e mattatore napoletano è stato accompagnato dall’Orchestra formata da Max Rosati (chitarra), Andrea Pistilli (chitarra), Flavio Mazzocchi (pianoforte), Pierpaolo Ranieri (basso), Luca Trolli (batteria), Donato Sensini (fiati), Stefano Indino (fisarmonica), Alessandro Golini (violino). L’organizzazione generale si deve a Marco De Antoniis, mentre il gioco di luci a Maurizio Fabretti, light designer.