Scritte contro il poliziotto Diego Turra: denunciati quattro No Borders presenti a Ventimiglia

2 settembre 2016 | 09:22
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Scritte contro il poliziotto Diego Turra: denunciati quattro No Borders presenti a Ventimiglia

Erano al confine di Stato alle diverse iniziative organizzate dal movimento pro immigrati

Ad inchiodarli sono state le immagini a circuito chiuso della zona. Dopo due settimane di indagini sono stati identificati gli autori delle scritte contro Diego Turra, l’agente albenganese morto d’infarto il mese scorso durante il servizio di ordine pubblico a Ventimiglia. La Digos genovese ha denunciato quattro giovani, autori delle scritte ingiuriose trovate la sera del 19 agosto scorso, in Via Rubattino, sull’edificio sede dell’Agenzia delle Dogane. “Diego Turra solita merda” e “- arresti + arresti cardiaci”, recitavano le scritte facendo riferimento ai fatti verificatisi a Ventimiglia lo scorso 6 agosto, durante i quali Diego Turra, poliziotto del Reparto Mobile di Genova, perse la vita dopo un arresto cardiaco.

Grazie proprio alla visione delle immagini registrate da alcune telecamere poste nella zona, gli investigatori sono riusciti a individuare un furgone Fiat Scudo bianco, da cui sono scesi due ragazzi e due ragazze. I quattro, già conosciuti in quanto antagonisti con precedenti di piazza, aderenti alla Rete No Borders e presenti a Ventimiglia alle diverse iniziative organizzate dal movimento, sono stati identificati in G.M., anarchico lombardo di 28 anni, V.A., cosentino di 35 anni, dimorante da tempo a Genova, C.T., genovese di 25 anni, e C.S., milanese di 26 anni.

Avvalora il riconoscimento il fatto che il gruppo, prima di procedere alla redazione delle scritte, abbia fotografato, sul muro di un edificio di via Rubattino, una vecchia scritta realizzata in favore di alcuni militanti anarchici arrestati nel novembre 2014 durante lo sgombero del centro sociale “Corvaccio” di Milano, tra i quali figura proprio uno dei quattro writers denunciati. Ulteriori approfondimenti hanno inoltre consentito di appurare che il furgone, di proprietà di una società di autonoleggio, al momento è in uso alla Fondazione Caritas Ambrosiana, all’interno della quale il padre di uno dei quattro denunciati riveste un ruolo apicale.