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Lo spazio: i luoghi del nostro vivere

9 settembre 2016 | 09:37
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Lo spazio: i luoghi del nostro vivere

Riprendiamo le nostre chiacchierate settimanali con alcune considerazioni generali tratte da emozioni, sensazioni e capacità di lasciarsi permeare dal vissuto che ci circonda in relazione allo spazio

Riprendiamo le nostre chiacchierate settimanali con alcune considerazioni generali tratte da emozioni, sensazioni e capacità di lasciarsi permeare dal vissuto che ci circonda in relazione allo spazio. Ma cos’è lo spazio? Lo spazio può essere pensato come a un “niente” che viene modellato da volumi che suscitano in noi emozioni e, pur non facendoci magari caso, agisce su di noi in modo diverso, facendoci magari sentire “a casa” oppure “in giro” o in un “luogo sconosciuto”.

Insomma, lo spazio agisce su di noi e sui luoghi che viviamo, luoghi determinati da molteplici fattori quali la distribuzione interna che determina i movimenti, l’illuminazione, il colore, la vista di uno scorcio, tutto assume rilevanza e importanza creando una serie di rapporti tra la percezione differente che abbiamo tra quello che si trova in primo piano e quello che si trova sullo sfondo. I materiali con le loro texture, le sfumature di colore, gli effetti prospettici, i contrasti luce ombra, tutto contribuisce nel gioco dei pieni e dei vuoti – volumi e spazio – colpiscono lo stato d’animo e la percezione dell’osservatore, sia esso immobile o in movimento attraverso lo spazio, le percezioni aggiungono emozioni che nascono da una variegata molteplicità di simboli, arredi, opere d’arte e oggetti di design.

Percorrere uno spazio, fruire i diversi livelli, gli affacci, le visuali interno/esterno crea una serie di suggestioni che lo spazio modellato ci suggerisce. Dare vita allo spazio attraverso la creazione di volumi è il compito del progettista che arriva a vestire quest’ultimo con l’utilizzo di diversi materiali e dalle loro texture integrandoli con arredi fissi e mobili, pensando ai decori, alle finiture, creando con l’illuminazione percorsi ed effetti di chiaro scuro. Tutto questo senza mai dimenticare le funzioni, gli usi e il “come” il committente interpreta lo spazio. Può desiderare che l’interno sia rifugio o spazio avvolto dall’esterno e in relazione con esso. Lo spazio diviene quindi “casa” dandoci rifugio, protezione, famigliarità e benessere psico fisico.

E’ infatti fondamentale dare allo spazio la connotazione “personale” di chi lo abita, una identità che porterà a guardare in termini relazionali gli altri spazi che si dilatano, come ad esempio, la differenziazione tra pubblico/privato data dall’abitazione e l’insieme “pubblico” delle scale condominiali, dell’androne, del marciapiede, del portone d’ingresso. Tutto questo può evidenziare un maggiore distacco o rinforzare il legame interno/esterno definendo i nostri spazi di relazione.

La capacità di riconoscere il giusto valore degli spazi, le dinamiche interpersonali, le emozioni che lo spazio può donare sono molto importanti nella progettazione, specialmente negli interni siano essi privati o commerciali, creando una serie di interazioni tra arredi, colori, distribuzione e diversa lettura di un unico spazio, quale ad esempio l’ambiente cucina che da privato è divenuto conviviale, o il soggiorno che da ambiente di rappresentanza è divenuto l’ambiente dove si sta insieme e si fruisce lo “spettacolo” in TV o l’ambiente bagno, sempre più mirato alla cura del corpo e dotato di ogni soluzione volta a questo aspetto.

Concludo dicendovi che tutto quello che ho scritto si può riassumere in semplici “pensieri di progetto” che ogni buon professionista possiede e si possono condensare nelle parole di Luigi Snozzi in Pierre-Alain Croset, Luigi Snozzi, Progetti e architetture 1957-1984, 1984: L’architettura è vuoto, tocca a te definirlo.

Paolo Tonelli
www.paolotonelli.com
www.facebook/sanremoturquoise