L’alba di Cervo inizia con “Nereo” il cormorano amico del borgo

Non solo gabbiani ma anche cormorani prediligono il borgo marinaro al confine con la provincia di Savona
Cervo. Eccolo su di uno scoglio a pelo d’acqua come fosse un trono, pari al suo omonimo Nereo divinità marina della mitologia greca, figlio di Ponto e di Gea. Nereo cervese regna nel miglio marino, indaco-smeraldo, tra Cervo e Andora.
“Bazzica tra reti e lenze come un vecchio saggio pescatore che predice accadimenti, giusto e benevolo, come lo chiamava Omero “vegliardo del mare” – racconta Luigi Diego Elena, lo storico e studioso di Cervo che lo ha “inseguito” per descrivere ogni particolare di questo bellissimo animale – Ha fascino e sconfinato mistero nel suo apparire e scomparire, senza logiche direzioni. Nereo pare assuma forme diverse, in particolare quella di serpente, mentre nuota a slalom tra le (vae) scogliere sommerse dall’acqua ed alghe per poi riemergere predicendo il futuro pescoso del luogo (segnua), caratteristiche tipiche di molte divinità marine. Basta un movimento del becco, una sua posizione adlocutio per indicare e raggiungere il Giardino delle Esperidi onde raccogliervi i pomi d’oro”.
Secondo quanto ha scoperto Luigi Diego Elena “Nereo” abita presso la tana degli sbiri (rondoni), insieme alla sua tribù, una delle grotte sommerse più importanti del Golfo, tra i tre Capi Berta, Cervo e Mele.
“Questa volta non siamo d’accordo con William Shakespeare, allorquando definisce nel verso “la frivola vanità, cormorano insaziabile, non esita a pascersi di se stessa. Ci piace attenderlo, osservarlo, ed immaginarlo come Nereo, quello che Omero chiamava “re degli abissi”. Soprattutto quando ci indica il “pomo d’oro”, ricordandoci quel secolo XVII in cui Cervo con le sue coralline, era la miniera e l’eldorado dell'”oro rosso” corallo”, conclude Elena.