La CMC di Sanremo prima attrice a Terra Madre – Salone del Gusto di Torino

28 settembre 2016 | 13:27
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La CMC di Sanremo prima attrice a Terra Madre – Salone del Gusto di Torino
La CMC di Sanremo prima attrice a Terra Madre – Salone del Gusto di Torino
La CMC di Sanremo prima attrice a Terra Madre – Salone del Gusto di Torino

Nella produzione dello spettacolo “Supplici a Portopalo”, con la regia di Gabriele Vacis, in scena al Teatro Carignano di Torino

Sanremo. La Cooperativa CMC di Sanremo ha avuto un ruolo da attrice a Terra Madre – Salone del Gusto di Torino. Il palco della più prestigiosa sala teatrale della città, il Teatro Carignano, ha accolto quale evento conclusivo della kermesse, un intenso Supplici a Portopalo, con Vincenzo Pirrotta e Gabriele Vacis, spettacolo scritto da Monica Centanni e dallo stesso Gabriele Vacis attingendo dal dramma Le Supplici di Eschilo, ma gettando un ponte sulla realtà drammatica degli attuali flussi migratori dal Sud del mondo.

Allo spettacolo, realizzato per Terra Madre – Salone del Gusto in occasione del “Il Festival Internazionale della Cucina Mediterranea”, hanno collaborato l’Associazione “Mediterran: il nostro stile di vita”, il Circolo dei Lettori e, appunto, la Cooperativa CMC.

Una nuova affermazione per la realtà sanremese attiva nel settore teatrale ed eventi. Un consolidamento, insomma, dei legami con artisti, strutture e rete di teatri radicati nel territorio piemontese e a Torino, in particolare.

Al Teatro Carignano il testo di Eschilo, composto intorno al 460 a.C., si è intrecciato con le tragiche testimonianze dei migranti che esuli dai loro paesi, in fuga dalla guerra, dalla fame e dalla carestia: dopo viaggi estenuanti per terra e per mare giungono sulle coste del nostro Mediterraneo, a chiedere asilo, a cercare una nuova patria. E sono stati gli stessi rifugiati lunedì 26 settembre a salire sul palcoscenico, per portare la loro testimonianza reale: ragazzi provenienti da vari paesi attualmente accolti da centri del torinese.

Gabriele Vacis, che ne cura anche la regia, e Vincenzo Pirrotta, puparo e contastorie palermitano, erede di una millenaria tradizione di “cuntisti”, hanno ricevuto grandissimi applausi al termine del lavoro. Scenofonia e allestimento sono stati di Roberto Tarasco con contributi video di Michele Fornasero/Giandomenico Musu.

“Un coinvolgente racconto teatrale, basato sul dramma Le Supplici di Eschilo, mette in scena la difficile decisione della città di fronte alla richiesta di chi fugge dalla guerra, dalla fame, dalla carestia. Un testo oggi di drammatica attualità” – commenta Angelo Giacobbe, presidente della CMC di Sanremo.

La spietata logica del respingimento di chi si presenta supplice, alle porte a chiedere aiuto, è deprecabile e inaccettabile per le leggi non scritte del codice etico della gente di mare, ma anche per la sensibilità di una comunità civile. Ma non basta la carità, non basta la pietà: solo la dimensione politica, insegna già Eschilo 2500 anni fa, può affrontare e risolvere positivamente, nel segno del bene comune, la difficoltà di migranti e cittadini.

Portopalo è una città di frontiera sulla punta estrema della Sicilia, un piccolo paese che vive quotidianamente la realtà degli sbarchi e il problema dell’accoglienza, in cui una piccola comunità di pescatori e di contadini è costretta a misurarsi con una legislazione ambigua, a fare i conti con norme restrittive e violente che non fanno parte del codice tradizionale delle genti di mare. Portopalo è lo scenario su cui le parole antiche di Eschilo e i racconti dei migranti del nostro tempo acquistano una nuova vitalità.

Qual è il ruolo del teatro oggi? Può una tragedia di Eschilo, un’opera di 2500 anni fa raccontare il nostro presente? Quante Portopalo ci sono in Europa? E quanto a lungo può continuare questo racconto?

Così il racconto teatrale si fa orazione civile e riflessione collettiva. Il teatro recupera la funzione originaria che aveva nell’Atene del V secolo a.C., il suo primario ruolo politico.