Insonnia: perchè non si riesce a dormire?
E’ una condizione in cui il sonno e’ alterato per durata, qualita’, quantita’ fino all’assenza di sonno. In essa possono osservarsi: difficolta’ di addormentamento, risveglio precoce, sonno superficiale e discontinuo con ripetute interruzioni, qualita’ del sonno spesso insoddisfacente
L’insonnia costituisce un disturbo diffuso che da spiacevole esperienza transitoria puo’ trasformarsi in un disagio che si protrae negli anni con conseguenze invalidanti.
L’insonnia transitoria o a breve termine si configura in genere come disturbo reattivo a situazioni psicofisiche, ambientali, come un lutto, una malattia, un cambiamento di abitudini lavorative ed altro. In questo caso e’ destinata a risolversi in relazione all’elaborazione e al superamento dell’evento casuale. Invece l’insonnia persistente o a lungo termine e’ un disturbo del sonno di durata superiore al mese, viene definita primaria quando si presenta in modo indipendente ed autonomo per eziologia e sviluppo mentre e’ secondaria se e’ conseguenza di altra condizione medica o psichiatrica.
La piu’ comune forma di insonnia primaria e’ l’insonnia parafisiologica in cui entrano in gioco fattori di stress, eventualmente eventi ansiogeni che portano il soggetto ad una notte insonne , sviluppando la paura di non addormentarsi la sera successiva , andando ad attivare pensieri intrusivi disfunzionali e la preoccupazione di trascorrere un’altra notte senza dormire determina un arousal emotivo e cognitivo che impedisce il rilassamento fisico e psichico con il risultato di rimanere sveglio.
L’insonnia secondaria a disturbi dell’umore e’ caratterizzata nei quadri clinici depressivi da una difficoltà di addormentamento, risvegli notturni e difficoltà a riaddormentarsi dopo risvegli notturni precoci al mattino, mentre nei disturbi d’ansia si osserva una difficoltà a riposare in modo continuativo, anche se non si riscontrano particolari problemi a prendere sonno. L’insonnia secondaria a patologie mediche si verifica come sintomo di accompagnamento , nel corso di una vasta gamma di condizioni fisiche morbose come infettive, metaboliche, endocrine, respiratorie, cardiocircolatorie e neurologiche.
I fattori di rischio sono vari: eventi di vita stressanti, modalita’ di elaborare gli stessi eventi, eta’, abitudini di vita come il consumo di bevande alcoliche prima di coricarsi, aperitivo, cena a ore tarde, la palestra e l’utilizzo di smartphones e schermi luminosi. Quest’ultimi emettono le cosi dette “onde blu”, ovvero luce a breve lunghezza d’onda che ritarda il rilascio della melatonina, rendendo piu’ difficile prendere sonno. Lo schema luminoso va a danneggiare i nostri ritmi circadiani , influenzando la successiva fase REM , fase del sonno fondamentale per l’apprendimento e la memoria, accorciando la fase REM. L’insonnia causa un malessere che si manifesta con eccessiva sonnolenza diurna e deficit di attenzione, concentrazione e memoria. L’insonnia va a compromettere la capacita’ di regolare le emozioni, portando ad una distorsione dei processi cognitivi e ad alterare la capacita’ di giudizio e la risposta ansiosa e pensieri paranoici.
Il trattamento dell’insonnia ha l’obiettivo di migliorare la qualità e la quantità del sonno e i sintomi diurni correlati attraverso una psicoterapia con tecniche di rilassamento come ipnosi e tecniche di meditazione come mindfullness capaci di agire sul sistema simpatico, abbassando il tono, e la terapia farmacologica con farmaci ipnoinducenti a secondo dei casi clinici in oggetto.
Dott.ssa Daniela Lazzarotti
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