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Imperia, Carlo Capacci: “Mozione di sfiducia? Siamo in democrazia ma io vado avanti”

24 settembre 2016 | 13:33
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Imperia, Carlo Capacci: “Mozione di sfiducia? Siamo in democrazia ma io vado avanti”

Il primo cittadino si ispira ad Einstein e a Steve Jobs, computer acceso anche al sabato mattina per far decollare interventi e progetti e completare il programma

Aggiornamento delle 17,30

Imperia. “I problemi non possono essere risolti utilizzando gli stessi schemi mentali che li hanno generati”, la frase è di Albert Einstein che per il sindaco Carlo Capacci è diventata una filosofia di vita. Lui l’ha interpretata a modo suo: “Io prima non c’ero e ragiono in maniera diversa”.

Sigaretta elettronica sul tavolo, accanto c’è l’Iphone e il Mac. Tutto rigorosamente acceso per rispondere alle telefonate e alle email di lavoro. Sabato mattina, primo weekend d’autunno. Dalla minoranza arriva il gelo più totale che vorrebbe avvolgere il sindaco di Imperia. Ma lui preferisce ignorare la tensione. “Sto mangiando mandorle salate della California. Che cosa c’è di meglio?.- dice per stemperare tensione che si vive da settimane mentre si trova nel suo studio di casa – Ho ancora qualche faccenda di lavoro da sbrigare e poi scappo in centro, la città è al primo posto. Lavoro anche di sabato”.

Sindaco, ma ha sentito che la minoranza la vuole sfiduciare? “Certo ho saputo, ma sono davvero tranquillo. Siamo in democrazia facciano quello che vogliono. Ma sono tranquillo. Ma spesso perdono tempo in tante chiacchiere davvero inutili”, e il sindaco butta giù un’altra mandorla da masticare come un chewing gum.

Tra un anno e mezzo si andrà alle urne se lo ricorda? “Anche quella è certezza – risponde – Abbiamo un programma da portare a termine e ci riuscirò – dice convinto mentre guarda sul muro quella frase di Einstein che fa il paio con un’altra altrettanto storica di Steve Jobs, il mago della mela morsicata che dice: “Think different”.  Come Jobs la penso in mondo differente  – sottolinea Capacci – e sono convinto che si andrà avanti. Almeno questo è quello che penso”.

La minoranza l’accusa di immobilismo su certi temi che richiedono attenzione. “Ho l’agenda fitta di cose – assicura Carlo Capacci – Qui si tratta solo di fare le cose bene e con impegno. Porto, rifiuti, Rivieracqua è già tutto segnato qui in agenda. Non dimentico nulla e saranno le prossime mosse che faremo come amministrazione. I consigli degli imperiesi sono ben accetti, ma non mi ripetano cose che già sapevo e sapevamo e che come amministrazione affronteremo a partire da questo autunno”.

Ha saputo che domenica u sciu ministru  Claudio Scajola ha convocato i suoi fedelissimi all’Hotel Corallo? Ha paura di un suo ritorno? “E perchè mai dovrei temere il ritorno di Scajola? Dopo tutto siamo in democrazia no? E’ giusto che ognuno possa esprimere le sue idee.  Anzi, ribadisco il concetto di Steve Jobs che è un grande genio del nostro secolo: “Think different” ovvero pensa differente. Se qualcuno non la pensa come me va rispettato”.

Lei che è innamorato dell’America e dei suoi stili di vita. Nel suo modo di fare politica si ispira a Obama, Trump o è un Kennediano? “Non esageriamo – sorride – l’America è un continente immenso, Imperia ha ben altri problemi da risolvere. Per fortuna non così grandi, ma una cosa è chiara. Come dice Steve Jobs – ribadisce il concetto il sindaco imperiese – io penso sempre in modo differente”.

Mandorle californiane salate finite a casa Capacci con una promessa: “Gli imperiesi possono stare tranquilli che interventi, problemi da risolvere e progetti non sono rimasti nel cassetto e che presto saranno risolti e decolleranno”.

E in pomeriggio Carlo Capacci ha pubblicato un nuovo post: “Una mozione di sfiducia anche se approvata (cosa impossibile) non fa succedere niente. E’ solo fuffa abbiate almeno il coraggio di dirlo e se veramente volete mandare a casa l’ Amministrazione abbiate il coraggio di farlo dimettendovi. Lo sapete meglio di me bastano 16 +1 Consiglieri Comunali che si dimettano contemporaneamente. Provate a contarvi invece di continuare a fare bla bla bla”.