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Il vescovo Oliveri si è dimesso: “Dopo 26 anni lascio con dolore il mio incarico”

1 settembre 2016 | 12:23
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Il vescovo Oliveri si è dimesso: “Dopo 26 anni lascio con dolore il mio incarico”

“Chiedo qualcosa anch’io di continuare a ricordarmi soprattutto dall’Altare del Signore, nella celebrazione sacramentale del Santo Sacrificio di Cristo”

Albenga/Imperia. Ci sono due date che segnano la storia della Diocesi di Albenga e Albenga: il 25 marzo 2015 giorno dell’ingresso del vescovo coadiutore Guglielmo Borghetti e il 1 settembre giorno dell’accettazione delle dimissioni del vescovo titolare della stessa Diocesi Mario Oliveri.

“Sono venuto qui non di mia iniziativa, inviato dalla volontà del Papa San Giovanni II, ora lascio il mio ufficio e ministero del Vescovo di Albenga Imperia per un atto di comunione soprannaturale-ecclesiale con il successore di Pietro, il Papa Francesco”, scrive il vescovo Oliveri nelle sue pagine di commiato. “Lascio con dolore poiché ho amato tutto quello che ho compiuto in questi quasi ventisei anni; l’ho amato poiché ho molto amato la Chiesa particolare di Albenga e Imperia – continua monsignor Oliveri –   in tutte le sue componenti e soprattutto nei suoi sacerdoti. Diventato vescovo emerito, non avrò più il governo pastorale, ma non potrò spogliarmi dell’animo pastorale, né  della paternità spirituale che ho fortemente sentita e  vissuta negli anni del mio episcopato nella Diocesi di Albenga-Imperia”.

Ancora il vescovo dimissionario: “Il pensiero di tutto quello che è avvenuto in questi lunghi anni acquieta ampiamente il dolore ed anzi mi porta ad esprimere innanzitutto il mio ringraziamento a Dio, che è stato così ricco di doni per me e per tutta la Chiesa particolare di cui sono stato fatto Padre e Pastore – continua Oliveri – La Grazia divina mi ha reso possibile vivere tutto in rendimento di grazie ed ha reso feconda l’opera di evangelizzazione e di santificazione che è stata compiuta, senza mai venir meno, attraverso  l’annunzio e la trasmissione fedele della Parola di Dio, attraverso la Grazia dei Sacramenti  della Chiesa, soprattutto nella celebrazione  dei divini ministeri, della Divina Liturgia,  della Divina Eucarestia “fonte e culmine” di tutta la missione e la vita della Chiesa, sacrificio dell’Agnello immolato  nutrimento della vera vita soprannaturale e della vita vissuta secondo il grande comandamento della carità. Ho viva coscienza di tutto quello che ho ricevuto di bene dalla Chiesa particolare della quale sono stato Vescovo e certamente anche del bene che Dio a questa Chiesa per mezzo del mio ministero episcopale.... Ringrazio di non essere caduto in scoraggiamenti o delusioni anche di fronte a ciò che di meno positivo e di meno buono vi è stato, sotto alcuni aspetti, nella vita della Chiesa particolare in questi ultimi anni del mio episcopato”.

E Oliveri non ha mancato di rivolversi al suo successore: “Non mancherò nei confronti del nuoco vescovo al quale dico la mia cordiale vicinanza spirituale e tutta la mia fraterna considerazione e nei riguardi dela Chiesa particolare che io ho “retto, governato e guidato” e che egli ora deve “reggere, governare e guidare”, nella fedeltà alla Tradizione Apostolica, di comportarmi in conformità a quanto mi è chiesto dalla Santa Sede, nella persona del Prefetto della Congregazione per i Vescovi e cioè di voler contribuire con le Sue parole e con i Suoi gesti, notoriamente ispirati dalla  bontà, dalla cristiana carità e dalla saggezza pastorale, al rasserenamento degli animi, al mantenimento della pace nei cuori dei sacerdoti e dei fedeli di codesta comunità diocesana”.  A tutti – conclude – chiedo qualcosa anch’io di continuare a ricordarmi soprattutto dall’Altare del Signore, nella celebrazione sacramentale del Santo Sacrificio di Cristo. Dio ci benedica tutti”.

Questa invece la comunicazione del Can. Tiziano Gubetta, cancelliere vescovile: “Reverendo confratello, Alle ore 12 la Sala Stampa Vaticana ha comunicato che in data odierna il Santo Padre Francesco ha accolto le dimissioni canonicamente presentate da sua Eccellenza Monsignor Mario Oliveri da vescovo diocesano. Come previsto dalla normativa canonica (Can. 409) Sua Eccellenza Monsignor Guglielmo Borghetti, Vescovo Coadiutore subentra automaticamente a tale ufficio. Da questo momento pertanto Egli è a tutti gli effetti Vescovo Diocesano e come tale va menzionato nel Canone Romano e nelle altre Preghiere Eucaristiche. La comunità diocesana di stringerà attorno al Vescovo Monsignor Mario Oliveri in segno di ringraziamento, di riconoscenza e di affetto filiale il giorno giovedì 15 settembre alle ore 18 nella Chiesa Cattedrale di San Michele in Albenga, in concomitanza con l’apertura nelle Diocesi del Congresso Eucaristico Nazionale. Sua Eccellenza Monsignor Guglielmo Borghetti celebrerà il suo primo solenne pontificale come Vescovo Diocesano il giorno 29 settembre Solennità di San Michele Arcangelo nella Chiesa Cattedrale di Albenga alle ore 18. In tutto Dio sia lodato, benedetto e ringraziato”.

Che si sarebbe dimesso il vescovo titolare lo si sapeva fin dal giorno del suo incontro con Papa Bergoglio in Vaticano. Un colloquio privato nel corso del quale era stato delineato il percorso prima di lasciare definitivamente l’incarico a Borghetti. Ora è arrivata la comunicazione ufficiale della sala stampa della Santa Sede, ma la notizia è stata diffusa anche nel corso della riunione del Consultorio Presbiterale e del Collegio dei Consultori.

E così il vescovo Mario Oliveri lascia l’incarico che gli era stato affidato il 6 ottobre 1990 da papa Giovanni Paolo II subentrando a monsignor Alessandro Piazza. La sua carriera però era iniziata molto tempo prima quando il 29 giugno 1968 era stato ordinato presbitero, nella cattedrale di Acqui Terme, dal vescovo Giuseppe Dell’Omo. Dopo essere stato inviato a Roma a studia, si è laureato in diritto canonico presso la Pontificia Università Lateranense discutendo una tesi dottorale pubblicata dapprima dall’editore Marietti, e poi dalla Libreria Editrice Vaticana. Per due anno poi, dal 1970 al 1972, ha frequentato i corsi della Pontificia accademia ecclesiastica. E il 1º luglio 1972 è entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede, dapprima come segretario della nunziatura apostolica di Dakar, in Senegal, e successivamente a Roma, presso la Segreteria di Stato, come segretario di monsignor Giovanni Benelli, poi diventato cardinale. Dal 1978 al 1985 ha prestato servizio nelle nunziature apostoliche di Londra e di Parigi per poi esser richiamato a Roma, presso la nunziatura apostolica in Italia e nel 1987 ha ricevuto il titolo di prelato d’onore di Sua Santità.

Monsignor Oliveri era balzato all’onore delle cronache perché domenica 26 ottobre 2008 aveva celebrato, nella basilica di San Maurizio a Imperia, in occasione della professione perpetua di alcune suore francescane dell’Immacolata, un pontificale solenne utilizzando il messale di san Pio V, dopo il motu proprio Summorum Pontificum di papa Benedetto XVI del 7 luglio 2007 che liberalizza l’uso del messale antico Dal 25 marzo 2015, come detto, con l’ingresso in diocesi del vescovo coadiutore Guglielmo Borghetti, che aveva ricevuto da papa Francesco i pieni poteri, aveva conservato il titolo di vescovo diocesano senza avere però più alcun incarico. Sulle dimissioni del vescovo ci sarebbe stata la necessità di seguire da vicino il fratello con seri problemi di salute. Ma la rivoluzione già nell’aria da mesi sarebbe stata dettata dai continui scandali che hanno riguardato la diocesi di Albenga-Imperia, trasformandola in una sorta di refugium peccatorum per molti sacerdoti al centro anche di inchiesta giudiziarie di un certo spessore.