Il Governo “dona” 100 milioni ai vigili del fuoco. I sindacati: “Meglio ristrutturare il settore del soccorso”

Il coordinamento nazionale dell’Unione Sindacale di Base dei vigili del fuoco ha inviato una lettera al premier Matteo Renzi
Il coordinamento nazionale dell’Unione Sindacale di Base dei vigili del fuoco ha inviato una lettera al premier Matteo Renzi circa la decisione del presidente del consiglio dei ministri di investire 100 milioni di euro per “tamponare una emorragia ben più consistente di questa somma”.
“Come organizzazione sindacale apprendiamo con positività la sua volontà – scrivono i delegati sindacali rivolgendosi a Renzi – Dalle sue parole si percepisce sempre innovamento, ammodernamento e coraggio verso il paese che rappresenta e quindi le chiediamo coraggio, elemento essenziale che la politica deve avere per cambiare una deriva che ci affligge quotidianamente. Il coraggio non sussiste nei tagli che i governi precedenti ed il suo governo hanno continuato a infliggere ai vigili del fuoco ma si tratta di investire sul nostro futuro attraverso un bene comune. La salvaguardia”.
“Rabbrividiamo nel sentire tutte queste nuove definizioni, quasi incomprensibili, come riordino, riduzione centri di spesa, razionalizzazione. Tutte trasformazioni che si sono rilevate un dramma per i soccorritori e i cittadini. Se vuole ‘veramente abbracciarci lo faccia con coraggio, da politico vero, da un presidente che verrà ricordato nella storia di tutti gli italiani come il primo che ha veramente teso una mano ai vigili del fuoco”.
“Quei vigili del fuoco che oggi hanno una età media di 50 anni, che vanno in pensione a 62, che hanno uno stipendio di circa 1.300 euro, che sono senza Inail e soggetti alle assicurazione sanitaria private, che sono la più grande macchina di precari del paese, che non sono riconosciuti come lavoratori particolarmente ed altamente usuranti, che vivono in sedi di servizio che cadono a pezzi, che hanno un parco macchine da certificato storico. Questa è la situazione e visto che siamo in guerra sia all’estero che in Italia, abbia il coraggio di investire nello stato sociale”.
“Il paese che lei traghetta ha un rapporto soccorritore/cittadino è pari a 1/15000 abitanti contro una media europea di 1/1000, ci sono zone dove siamo presenti ogni 300 chilometri quadrati. Allora la invitiamo ad investire su un progetto vero, che riporti dignità a tutto il mondo del soccorso che si sentono ogni giorno più missionari che lavoratori, obbligati a rischiare la pelle proprio per mancanza di coraggio politico. Usciamo dal concetto delle mancette elettorali, proponiamo un nuovo modello di protezione civile con i vigili del fuoco, la ricerca, il soccorso sanitario, il soccorso alpino, ecc. Avviamo un processo culturale e di salvaguardia che ridia al paese la possibilità della previsione dei rischi non convenzionali, la protezione e prevenzione finalizzate alla salvaguardia di un paese che oggi rincorre l’emergenza perché vive nell’emergenza dettata dall’affanno. Si renda artefice di una rivoluzione che rivoluzioni in meglio la presidenza del consiglio dei ministri attraverso una vera riforma strutturale”.
“Ci permetta una osservazione: 100 milioni di euro sono una autoscala e un camion per ogni comando, sarebbe come ridare un piatto di pasta ai suoi figli al giorno, qui si parla di sopravvivenza di un corpo alla deriva. Non ci mortifichi con gli 80 euro ieri e con i 100 milioni oggi, dimostri ciò che lei è in grado di fare, ciò che nessuno ha mai avuto il coraggio di pensare”.