Carceri, SAPPe: “Peggio di così non può andare. Non c’è ancora pericolo ma allarme sì”

10 settembre 2016 | 14:50
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Carceri, SAPPe: “Peggio di così non può andare. Non c’è ancora pericolo ma allarme sì”

La sola Liguria, composta da 6 istituti penitenziari, registra una presenza totale di 1.407 detenuti su una capienza regolamentare di 1.109 posti, il che la colloca al quarto posto in Italia con tasso di affollamento pari a 125

Liguria. Dall’analisi del SAPPe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria) sull’andamento delle carceri liguri ne esce fuori un quadro negativo da non sottovalutare.

Nello specifico i dati forniti dalla segreteria regionale ligure del Sappe indicano chela Liguria penitenziaria nell’anno 2016 ha chiuso l’istituto penitenziario di Savona ed è stato privato del Provveditorato regionale accorpato con quello del Piemonte originando un Provveditorato interregionale che, al primo settembre, gestiva 5077 detenuti.

La sola Liguria, composta da 6 istituti penitenziari, registra una presenza totale di 1.407 detenuti su una capienza regolamentare di 1.109 posti il che la colloca al quarto posto in Italia con tasso di affollamento pari a 125.

Male anche l’organico della Polizia Penitenziaria che riporta dati preoccupanti: dal previsto organico pari a 1121 poliziotti penitenziari, oggi se ne contano solo 894 unità con una carenza di 227 unità ma il dato su cui riflettere e su cui intervenire è quello relativo ai distacchi fuori sede che equivalgono a 275 a vario titolo ed in varie sedi (per distacchi s’intende personale che svolge servizio in altra sede rispetto a quella di assegnazione e può avvenire sia su richiesta dell’interessato che per esigenze dell’Amministrazione).

Inoltre questi dati non tengono conto del personale assente per malattia anche per lunghi periodi che incidono sul trend negativo dell’organico.

Tra le caratteristiche negative che riguardano la Regione si deve tenere conto delle condizioni sanitarie e della presenza di detenuti con particolari problemi; ad esempio al 1° giugno nelle celle della Liguria erano presenti 43 detenuti con HIV, 215 con Epatite C e 338 tossicodipendenti ai quali bisognerebbe aggiungere i detenuti con problemi psichiatrici che dovrebbero essere ospitati nelle strutture protette denominate R.E.M.S. oggi non presenti in Liguria.

In aumento anche gli eventi critici determinati dalla popolazione detenuta: nel 2015 la Polizia Penitenziaria ligure ha salvato 45 detenuti che avevano tentato il suicidio, anno in cui purtroppo si segnalano due suicidi, 606 atti di autolesionismo, il che comporta l’invio del detenuto presso le strutture ospedaliere con impiego di unità per garantire la sicurezza nei luoghi esterni, 170 episodi violenti tra risse, colluttazioni ed aggressioni con 26 ferimenti,oltre a 11 incendi e 50 celle danneggiate. Questi sono solo alcuni esempi dei 1.531 eventi registrati durante il 2015 ai quali si è dovuta confrontare la Polizia Penitenziaria.

Il primo semestre del 2016 è già in negativo registrando purtroppo un suicidio nel carcere di Genova Marassi e si sono già registrati 270 atti di autolesionismo, 89 colluttazioni, 49 danneggiamenti a celle e 19 tentativi di suicidio, così come è in fattore di attenzione il rischio di introduzione di oggetti non consentiti. La Polizia Penitenziaria ha intercettato e bloccato due coltelli, 10 telefoni cellulari e sventato 6 introduzione di sostanze stupefacenti. Questa mole di “problematiche” viene contrastata solo dalla tenacia e professionalità della Polizia Penitenziaria spesso non valorizzata e sempre in una forte carenza d’organico.

“E’ ovvio – dice il segretario regionale Michele Lorenzo – che la Liguria non può reggere tale ritmo, quindi è indispensabile che il Ministro Orlando chieda ai responsabili dell’amministrazione ligure il loro interessamento, ma soprattutto viene richiamata l’attenzione dei politici liguri, perché il combinato aumento popolazione detenuta, eventi critici e carenza della Polizia Penitenziaria, rischia di compromettere seriamente tutto l’assetto sicurezza delle carceri liguri e ciò che è collegato”.