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Burnout: lo stress lavorativo

15 settembre 2016 | 09:54
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Burnout: lo stress lavorativo

Il burnout è una sindrome complessa a componente prevalentemente psichica, che si instaura come risposta ad una condizione di stress lavorativo prolungato

Quando si parla di burnout si fa riferimento ad uno specifico stato psicologico caratterizzato da: esaurimento emotivo, depersonalizzazione nelle relazioni di lavoro e percezione di una ridotta realizzazione personale.

Il burnout e’ il risultato di una perdita di energia non reintegrata. Gli individui investono un’energia spropositata nel perseguire obiettivi senza concedersi un tempo sufficiente a reintegrare l’energia perduta o una rete di relazioni di sostegno da cui attingere. L’esaurimento emotivo e’ la caratteristica piu’ evidente del burnout e consiste nella sensazione di aver finito la benzina. La spersonalizzazione e’ una seconda dimensione, e consiste in un atteggiamento negativo verso gli altri, sia nell’ambiente professionale sia famigliare. Mentre la componente del logorio emotivo spinge all’inattività, alla passivita’ e all’indifferenza verso il lavoro, la spersonalizzazione e’ l’aspetto attivo e distruttivo di questo disturbo, perchè induce ad atteggiamenti inadeguati nelle relazioni.

Il burnout e’ considerato una possibile risposta di tipo disadattivo ad una condizione lavorativa vissuta come stressante o insoddisfacente. Presenta caratteristiche ben specifiche e puo’ essere o meno accompagnato dagli elementi psichici e comportamentali caratteristici dello stress. Ulteriori conseguenze del Burnout sono: la ritirata psicologica dal lavoro, la caduta della perfomance, la riduzione dell’autostima, l’aumento dell’assenteismo, l’aumento della conflittualita’, la compromissione della propria identita’ professionale e delle proprie risorse.

Nella maggior parte dei casi colpiti da Burnout si assiste al passaggio da un iniziale entusiasmo all’apatia, all’abbandono, alla indifferenza e al disinteresse per il proprio lavoro. Quando poi la sindrome da burnout raggiunge livelli estremi vi puo’ essere anche l’abbandono del posto di lavoro, nei casi nei quali la professione viene mantenuta, vi possono essere varie forme di somatizzazione dei disturbi psicologici. Il modello di questo comportamento potrebbe essere rappresentato dal meccanismo di evitamento dell’ansia che si autoalimenta in quanto non puo’ essere alleviato da una soluzione attiva e che, alla fine, produrrebbe il fenomeno “dell’impotenza appresa” dove la mancanza di controllo della situazione modifica l’equilibrio e crea ansia, depressione, ridotta capacita’ di credere nelle proprie abilita’, ridotta motivazione.

Il burnout non e’ solo un problema psicologico, ha anche una dimensione fisica e comportamentale. I sintomi fisici includono cefalee, stanchezza, insonnia, perdita di peso e dispnea al minimo sforzo. I sintomi comportamentali possono includere irritabilita’ ed espressioni d’ira, minor tolleranza delle frustazioni, labilità emotiva con instabilita’ dell’umore. Ci sono dei fattori predisponenti a carattere individuale tra i quali troviamo un’eccessiva dedizione al sacrificio, il bisogno di affermazione attraverso il lavoro.

Esistono molteplici cause organizzative, come le condizioni di lavoro, limitata possibilita’ di carriera, retribuzioni insufficienti, precarieta’ e la mobilita’. Tra i fattori protettivi vi sono le relazioni familiari solide che offrono una rete di sostegno emotivo adeguato, il supporto dei colleghi, il riconoscimento del proprio lavoro da parte dei superiori ed utenti.

Il trattamento si basa su un percorso di psicoterapia attraverso tecniche di rilassamento, ipnosi e tecniche meditative come la mindfulness per imparare a contrastare gli effetti di pensieri ed emozioni frustanti.

Dott.ssa Daniela Lazzarotti
www.danielalazzarotti.com
www.facebook.com/dottoressalazzarotti