“Buona scuola flop”, per le chiamate dirette in ritardo tante classi restano scoperte

12 settembre 2016 | 19:07
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“Buona scuola flop”, per le chiamate dirette in ritardo tante classi restano scoperte

Il rischio maggiore è quello che alla fine il 20% delle classi non abbiano il proprio insegnante a inizio anno

Imperia. Mancano meno di 48 ore alla prima campanella del nuovo anno scolastico. Magagne del concorsone, reggenze multiple dei dirigenti scolastici, mancanza di collaboratori scolastici e scuole che hanno necessità di interventi seri di manutenzione.  Il rischio maggiore è quello che alla fine il 20% delle classi non abbiano il proprio insegnante a inizio anno, ma siano costrette ad attendere settimane se non mesi perché le cose vadano al posto giusto. “Tutta colpa della politica – dice Gianni Garino, segretario generale della Cisl scuola – E’ come sparare sulla Croce Rossa, ma è bene sapere che i sindacati non hanno avuto voce in capitolo in nessuna delle operazioni messe in campo dal governo: concorsone, reggenze dei dirigenti con più istituti da controllare e sulle chiamate dirette dei presidi, con l’invio del curriculum da parte dei candidati”.

Proprio Garino ricorda che queste cose, in precedenza, avvenivano a fine agosto: “Quest’anno siamo in forte ritardo e il tutto dovrà avvenire in fretta, entro il 15 settembre, ma la vedo dura, per i presidi, compiere una selezione così delicata in poco tempo”.

Ci sono però anche altre criticità: “Riguardano ad esempio la mancanza di collaboratori scolastici da destinare nei plessi dell’entroterra dove spesso sono i docenti, al mattino, a dover aprire le scuole e ad occuparsi della sorveglianza, oltre che delle lezioni – dice il sindacalista – e dobbiamo ricordare che far sopravvivere una scuola nell’entroterra alla fine giova a tutta la comunità perché i Comuni e gli altri enti sono di fatto costretti ad effettuare manutenzioni delle strade non solo per consentire ai ragazzi di andare a scuola, ma anche alla gente di poter andare a lavorare”.

Ma ci sono anche altre lacune: in alcune scuole banchi e sedie sono rotti, istituti costruiti prima del ’75 che non sono a norma per la sicurezza antisismica con genitori che da anni lottano per avere aule sicure e dignitose soprattutto nei Comuni più piccoli. “Con il patto di stabilità bloccato – dice Garino – I Comuni hanno le mani legate. I sindaci fanno i salti mortali. Se solo si potessero spendere dei soldi forse i plessi scolastici sarebbero davvero di qualità più elevata. Qui in Liguria però rispetto ad altre parti d’Italia – sottolinea il sindacalista – stiamo meglio, ma non dobbiamo rallegrarci. Si può sempre migliorare”.