Viola e Simone Murro fratelli sanremesi con due passioni in comune: lo sport e lo studio

18 agosto 2016 | 17:40
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Viola e Simone Murro fratelli sanremesi con due passioni in comune: lo sport e lo studio

Per Viola e Simone Murro il beach è uno sport di famiglia. Nel 2005 Simone perde a Jesolo contro Paolo Nicolai

Sanremo. Tutti due fin da piccoli iniziano a giocare a pallavolo a Sanremo la loro città natale, con risultati importanti, infatti Simone a luglio 2005 si qualifica per le finali nazionali under 18 di Beach Volley di Jesolo essendo tesserato per la squadra militante nella serie D maschile di pallavolo, l’Asystel Arma.

Simone Murro a Jesolo giocava nel 2005 in squadra con Michele Minaglia, anche lui di Sanremo e arrivano settimi nella classifica nazionale perché perdono proprio contro Paolo Nicolai, l’attuale giocatore della squadra nazionale italiana di Beach Volley qualificata per la finale dei Giochi Olimpici di Rio de Janeiro.

Sport e studio non sono certamente il Diavolo e l’Acquasanta come qualcuno, a volte, intende far credere. Molte volte sento ragazzi dire: “Non posso continuare questo sport, devo studiare!”. Niente di più sbagliato per Viola e per Simone.

Viola Murro, ventitre anni, è iscritta alla Facoltà di Scienze della Formazione Primaria dell’Univesità di Torino.

Simone Murro, vent’otto anni, è già laureato in matematica e sta facendo a Regensburg in Germania un dottorato di ricerca in fisica – matematica.

Tutti due hanno una grande passione per la pallavolo e per il Beach Volley ed è bello vederli spesso giocare insieme, nella stessa squadra, nei tornei estivi organizzati a Sanremo e altrove.

“Lo sport, il beach volley, occupa un ruolo importante nella vita di Viola e Simone – spiega Marian Mocanu – grazie ai tornei facciamo nuove amicizie, cresciamo a livello atletico, proviamo nuove emozioni e sensazioni. I nostri ragazzi sono molto bravi a giocare e spesso raggiungono risultati importanti”.

“In pochi sanno che da diversi anni Simone è anche un donatore di sangue, donare il sangue è un gesto di solidarietà, significa dire con i fatti che la vita di chi sta soffrendo mi preoccupa, e questo Simone lo sa molto bene” –conclude Mocanu.