Ventimiglia, famiglia con bimbi disabili: “Se Renzi taglia ancora i fondi, finiremo sotto un ponte”

23 agosto 2016 | 14:16
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Ventimiglia, famiglia con bimbi disabili: “Se Renzi taglia ancora i fondi, finiremo sotto un ponte”

“C’è gente qui a Ventimiglia che dorme in macchina. Ma anche noi, per quanto ancora potremo farcela?”

Ventimiglia. Non si vergogna, Francesco Abate, di raccontare la difficile situazione della sua famiglia. “Mettici il mio nome nell’articolo, per piacere: voglio che tutti sappiano”, dice. E in effetti, da vergognarsi non ha proprio nulla. Lui, padre di quattro figli, di cui tre diversamente abili, convive con la paura di vedere la sua famiglia finire sotto ad un ponte: “E’ questo il nostro destino se il governo continuerà a tagliare i fondi”.

Impossibile per Francesco e per la moglie trovare lavoro: “I nostri figli hanno bisogno di essere seguiti ventiquattro ore al giorno. Mia moglie da sola non può farcela: devo stare a casa anche io”. Due disoccupati, un affitto da pagare che si porta via 760,00 euro al mese. E poi le bollette: “Tra affitto e bollette arriviamo a circa 1100,00 euro al mese”, racconta. Come se non bastasse, alla disgrazia di avere bambini gravemente malati, si aggiunge la “beffa” di dover pagare anche le medicine: “Non tutte ce le passano: i miei due gemelli di neanche cinque anni devono prendere, per esempio, medicine che servono per rinforzare i loro muscoli ed evitare che si atrofizzino”. In tutto, la famiglia Abate spende circa 150 euro al mese solo per le cure dei figli.

E poi ci sono i ricoveri: ogni sei mesi la famiglia si deve trasferire a Lecco per due settimane. “E sono altre 600,00 euro”. Oltre ai biglietti del treno: 120,00 euro in tutto per il viaggio di andata e ritorno: “Mia moglie e i due gemelli vanno in ambulanza, io e gli altri due figli li raggiungiamo in treno”. Cure e controlli indispensabili, quelle a cui sono sottoposti i bambini, che però pesano tanto sul bilancio di una famiglia che ha come unica entrata l’accompagnamento erogato ai due bimbi gravemente malati.

“Ai miei due bimbi spettano 500,00 euro a testa”, spiega Francesco, “Non hanno la pensione perché essendo minorenni a loro viene dato solo l’accompagnamento. Poi ci sono i fondi che ci elargisce la Regione: 700,00 euro in tutto”. Ma i conti sono presto fatti: tra affitto, bollette, medicine e trasferte per le cure, non resta molto altro. “Uno dei miei figli è anche celiaco e per comprare i prodotti che non gli fanno male si spende tre volte tanto”, racconta.

Nonostante le tante difficoltà, la famiglia Abate continua a sorridere: lo fa per quei quattro figli che rappresentano tutto e attorno a cui ruota il mondo intero. “Piuttosto non mangio, ma i miei figli devono essere felici”, dice il papà. Ma la paura è tanta: “Se Renzi continua a tagliare, prima o poi la Regione smetterà di darci il contributo che ora abbiamo: cosa faremo allora? I disabili, in Italia, non li considera nessuno”.

In attesa di entrare in un alloggio popolare, grazie al quale la famiglia potrebbe risparmiare notevolmente sul canone dell’affitto, Francesco Abate lancia un messaggio direttamente al premier Matteo Renzi: “La smetta di inferire sulle persone più deboli, facendo tagli e quant’altro. Da padre di due gemelli gravemente disabili mi sento così deluso dalle istituzioni che non hanno rispetto… Renzi, si faccia un giro Ventimiglia e vedere in che situazione ci sta lasciando: ci sono famiglie in povertà che non arrivano fine mese e magari a carico hanno figli disabili, come me. Questa non è più democrazia, è dittatura”.

“So che ci sono persone ancora più sfortunate di noi che abbiamo un tetto sulla testa, per ora”, conclude Francesco Abate, “C’è gente qui a Ventimiglia che dorme in macchina. Ma anche noi, per quanto ancora potremo farcela? A quel punto cosa accadrebbe? Mi porterebbero via i miei figli? Non posso neanche pensarlo”.