Ventimiglia, ex tesoriere svuota il conto del centro culturale islamico. Licenziato l’Imam
E’ lotta interna tra il gruppo capeggiato da Mohammed Babi e quello che appoggia il nuovo presidente del centro, Chakib Abdelhak
Ventimiglia. L’ex tesoriere del centro culturale “Fratellanza islamica” El Houssine Et-Taia ha svuotato il conto corrente dell’associazione, prelevando, nel giro di 24 ore, i 12mila euro raccolti attraverso le donazioni raccolte durante il “ramadan” e intascandone altri 4mila. E’ questa la denuncia, regolarmente presentata al commissariato di polizia di via Aprosio da Chakib Abdelhak, neoeletto presidente del centro.
Tutto è iniziato proprio il giorno delle elezioni (17 luglio) per il nuovo presidente del centro. A contendersi il titolo erano proprio El Houssine Et-Taia e Chakib Abdelhak. La vittoria del secondo, conosciuto e apprezzato maestro di arti marziali da anni residente a Ventimiglia, non è stata digerita dal suo avversario. Eppure le elezioni sono state svolte con la massima trasparenza e con avviso pubblico affisso nel centro culturale. Da quel momento, però, sono iniziati i dissapori: Chakib è stato accusato di broglio. A rimetterci, però, è stato solo il centro culturale: “Ora a pregare non viene più nessuno. Non è giusto: stanno facendo di tutto per screditarmi”, denuncia il presidente.
Non resta fuori dalla contesa nemmeno l’Imam, Mohammed Babi, imparentato con l’ex tesoriere. Babi è accusato di essere un integralista (non voleva che le donne fossero ammesse alla preghiera né tanto meno che partecipassero al voto) e di non avere le capacità di unire le comunità: fatto, questo, per il quale è stato allontanato anche da Vicenza. Arrivato dieci mesi fa a Ventimiglia, Babi ha ricevuto ora la lettera di licenziamento: dovrà lasciare il suo incarico entro il 4 settembre. “Non abbiamo più fondi”, spiega Chakib, “Dopo che il conto è stato svuotato non c’è più nessuna possibilità di pagare lo stipendio dell’Imam”.
L’ultimo atto di forza di Et-Taia e della sua cerchia è accaduto solo pochi giorni fa: “Non pago di averci derubato”, spiega sempre Chakib, “L’ex tesoriere, insieme ad alcuni suoi compaesani, ha iniziato a terrorizzare i nuovi membri del consiglio ed è arrivato addirittura a rimuovere con la forza la serratura del centro culturale“. Per farlo, Et-Taia ha utilizzato martelli e tronchesine.
A far luce sui diversi episodi ci penserà la polizia: per il resto l’unico desiderio di Chakib Abdelhak e dei suoi sostenitori è “ristabilire la pace e la serenità di un tempo”. Spiega il presidente del centro culturale: “Siamo in una zona di confine, una zona difficile. Non ci sono mai stati problemi prima e non vogliamo che ora, per colpa di poche persone, si creino tensioni tra noi e i residenti. Abbiamo fondato il centro solo per poter pregare il venerdì e portare aiuto a chi ne ha bisogno”.