Il sogno di Simone Caridi: Il Corto in Spiaggia diverrà rassegna annuale

Il filmmaker: “E’ il primo Festival di cortometraggi in spiaggia del nord Italia”
Arma di Taggia. “Finalmente venerdì 26 agosto alle ore 21 al Lido Idelmery di Arma di Taggia realizzeremo la finale de “Il Corto in Spiaggia” il primo Festival di cortometraggi in spiaggia del nord Italia”. L’entusiasmo del film maker sanremese Simone Caridi è alle stelle mentre spiega, in esclusiva a Riviera24, il momento clou del suo piccolo sogno. Per il 27enne talentuoso Simone Caridi questo è il primo lavoro interamente ideato e progettato di persona. Una bella sfida. “E se penso a come eravamo partiti (una formula easy), ora sono felice nel constatare che è diventato un innegabile successo, tanto che ora reputiamo questo evento la prima edizione di un Festival estivo destinato a proseguire, migliorandosi sempre più”. Il progetto, nato casualmente, è infatti una sua ideazione, condivisa e supportata da Mauro Gambino al quale, insieme a Edoardo, va oggi il suo ringraziamento.
“In una sola sera, il 17 giugno scorso, ho realizzato il sito internet e la page su Facebook, ho stilato e pubblicato sul web il Bando a partecipazione gratuita e con scadenza al 16 agosto”. Alla chiusura del concorso, completamente in autoproduzione, sono stati vagliati tutti i lavori arrivati: i più dall’Italia ma anche da tutto il resto del mondo, compresi gli Usa, l’Argentina e la Spagna; un totale di 80 adesioni, che se si pensa alla semplicità con cui è nato il tutto, all’assenza di pubblicità e al breve tempo a disposizione, è un numero davvero rilevante. Opere di elevatissima qualità quelle pervenute al Festival che è strutturato in due sezioni: uno a tema libero, l’altro sul mare. “Sul tema libero – spiega Simone – è arrivato di tutto: dall’amore al comico, dalla ‘perdita’ passando agli affetti ritrovati ma anche a riflessioni sul mondo del sociale e del lavoro. Il mare come ‘liberazione’ è invece l’emozione che maggiormente pare abbia caratterizzato i lavori tematici”. Saranno premiati uno per sezione, ma non mancherà la menzione speciale e il premio del pubblico che potrà votare deponendo una conchiglia nel secchiello che, tra i sette corti finalisti, corrispondente alla propria preferenza.
Una strada professionale che forse Simone non si sarebbe aspettato di intraprendere. Benché il cugino fosse collezionista cinematografico e i genitori lo portassero spesso al cinema, in lui nessun sentore artistico in tenera età, di quelli che ti fanno subito capire che cosa farai da grande. Tutti intatti, iniziò nel 2007 guardando, in siciliano, Nuovo Cinema Paradiso, straordinario film di Giuseppe Tornatore. Una curiosità per un mondo che di li a poco sarebbe diventato anche il suo. L’anno seguente, subito dopo la conclusione delle Superiori, la scelta di frequentare la Scuola di regia cinematografica di Genova e parallelamente agli studi a lavorare su diversi set, sia di questa nostra provincia che fuori, iniziando a realizzare le sue prime produzioni, sia di regia che di direzione alla fotografia. “Ho scritto una sceneggiatura e recito. Tante attività che in me son nate proprio perché, approcciandole, riesco ad interfacciarmi meglio con le varie professionalità. Perché diventare multidisciplinari è crescita”. Per la regia e per le influenze a volte gotiche si ispira a Mario Bava, Pupi Avati e lo statunitense Tim Burton. Nella branca della direzione alla fotografia predilige Vittorio Storaro, che lo affascina per l’abilità con cui ‘disegna’ con luce, e Daniele Ciprì da cui, nei tre giorni trascorsi l’anno scorso ad Arma di Taggia, imparò moltissimo.
Nel mondo della fotografia ha vinto premi proprio dedicati alla direzione fotografica – dimostrando che anche con budget 0 si possono realizzare lavori di qualità – ma l’ambizione di Simone Caridi ora è fare un film, un lungometraggio completamente strutturato che trovi distribuzione. Nel frattempo, dopo l’esperienza dei Corti in Spiaggia, Simone si dedicherà ad un corto dal titolo I (io in inglese), un lavoro girato in green screen (video verde) che racconta esperienze dopo morte, focalizzando molto l’attenzione sui Chakra e sui loro colori. Frutto di ispirazione di incontri di Simone con persone nel campo della cromoterapia e dell’onirica, sarà una storia metafisica e visionaria, che durerà poco ma che in realtà in cinque minuti permetterà spunti di riflessione di assoluto rilievo intimo.