I No Borders “anonimi”, contestano i giornalisti e ignorano la morte di un poliziotto
Parlano in nome della libertà davanti a decine di microfoni, ma vengono insultati anche dal Pd. Tutto normale per un gruppo che su Facebook come logo ha pubblicato un veliero con il teschio dei pirati. Inutile farsi delle domande
Ventimiglia. “Non c’entriamo nulla con la morte dell’agente di polizia, avvenuta per cause naturali mentre i suoi colleghi ci inseguivano e picchiavano”. Le parole sono di due attivisti che volutamente hanno preferito non fornire i loro nomi (per paura di cosa poi? ndr). Ma per una ventina di minuti hanno parlato volentieri davanti ai microfoni e alle telecamere (questa è la loro foto ndr).
Hanno invocano la libertà dei migranti, dei Paesi senza frontiere, ma al tempo stesso selezionano rigorosamente i giornalisti con i quali parlare. Perché poi?
Quella, lo diciamo noi, non è democrazia, quello non è il modo giusto di comportarsi e soprattutto non è buona educazione. Se una persona parla con un’altra persona è giusto che si presenti con nome e cognome e, in situazioni ufficiali come quella di oggi, che dica chi e cosa rappresenta. E invece, anche questo pomeriggio, abbiamo assistito a tanta arroganza, a poca educazione appunto, anche quando una nostra collega si è avvicinata a fine conferenza chiedendo i loro nomi per un sacrosanto diritto di cronaca e per informare i lettori di Riviera24, quotidiano che ha sempre cercato di fare informazione senza prendere posizioni. (Ingiustamente ci hanno accusati di aver valorizzato la polizia o i no borders ndr). La collega ha ricevuto risposte quasi scontate: “Siamo solidali di Ventimiglia”. Ma nomi niente. Perché? Tutto normale per un gruppo che su Facebook come logo ha pubblicato un veliero con il teschio dei pirati. Inutile farsi delle domande. La prossima volta mettano come logo un fantasma visto che non si conoscono i nomi. Che altro dire se non complimenti?
Ma finalmente qualcosa si muove. David Ermini, Commissario regionale PD Liguria, lui sì che ha presentato le condoglianze ai familiari e ai colleghi dell’agente di polizia Diego Turra, deceduto ieri a Ventimiglia e scrive anche che è morto “a causa di un infarto che lo ha colpito mentre era impegnato a ristabilire l’ ordine negli scontri con i “No borders”.
Ma Ermini scrive anche qualcos’altro di molto interessante: “I cittadini e l’amministrazione di Ventimiglia, che in questo anno ha affrontato la situazione con coraggio e serietà, devono al più presto trovare nelle autorità preposte sostegno e soprattutto la volontà di intervenire concretamente e con efficacia nella gestione della questione migranti”.
E rimarca un concetto rivolgendosi proprio a chi contesta, protesta e con maleducazione e arroganza accusa i giornalisti di non saper fare bene il loro mestiere: “Si tratta di difendere i diritti e la sicurezza di tutti, anche evitando la strumentalizzazione della disperazione dei migranti da parte di gruppi organizzati che hanno il solo obiettivo di ottenere visibilità“. Bene allora ha fatto Ermini che sta cercando di mettere ordine ad una situazione, come quella di Ventimiglia, che non può più essere tollerata.