Donne musulmane al mare col burkini, il sindaco di Imperia: “Non firmerò ordinanze che lo vietano”
E’ la polemica dell’estate, ma la Riviera è meno bacchettona della vicina Costa Azzurra
Imperia. “La parola integrazione significa integrarsi in una nazione adottando gli usi e i costumi di quest’ultima, cosi come accade da molto tempo in luoghi che hanno avuto immigrazione di massa prima di noi. Penso che si un processo naturale che avvenga spontaneamente senza bisogno di forzature normative e quindi non firmerò nessuna ordinanza”. Parola del sindaco Carlo Capacci, manager giramondo che ha conosciuto appunto costumi e usanze anche dall’altra parte dell’Oceano. “Ordinanza inutile” ripete senza troppi giri di parole.
Imperia tutt’altro che bacchettona rispetto alla vicina Costa Azzurra. Colleghi sindaci di Carlo Capacci hanno adottato le stesse misure decise dal primo cittadino di Cannes. Burkini vietato e donne musulmane costrette ad emigrare in Italia e più precisamente in Riviera se vogliono fare il bagno senza essere multate.
Tolleranti a Imperia, ma anche ad Alassio. “Sono contrario al burka ma non vieterò il burkini: in questo momento servirebbe solo ad alimentare le tensioni”, parola di Enzo Canepa, il sindaco di Alassio dove per tre settimane è stata ospite una principessa saudita Nouf Nint Abdullah al Saud. (nella foto sotto una donna musulmana nel mare di Alassio davanti al molo Bestoso ndr)
In quella che è ormai divenuta la polemica dell’estate, il burkini è diventato anche l’oggetto del contendere fra chi vi identifica il simbolo dell’oppressione sulle donne e chi invece lo considera una legittima espressione di una fede e di una cultura. I bagnini di Alassio segnalano che alcune famiglie musulmane hanno varcato il confine di Ventimiglia e si sono riversate sul litorale italiano in cerca di lidi più tranquilli.