Cordoglio per Diego Turra, l’agente di 53 anni di Albenga morto in servizio a Ventimiglia

7 agosto 2016 | 07:49
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Cordoglio per Diego Turra, l’agente di 53 anni di Albenga morto in servizio a Ventimiglia

Da venerdì scorso tensione altissima al confine con i migranti pronti nuovamente ad organizzarsi per superare il confine

Ventimiglia. Era di Albenga ma abitava ad Alassio Diego Turra, il sovrintendente di 53 anni morto ieri a Ventimiglia. Era in servizio al reparto mobile di Genova. Faceva parte della squadra di poliziotti che la questura di Imperia ha chiesto e inviato al confine per gestire l’emergenza migranti. Qui, come noto, sono scoppiati dei tafferugli tra anarchici del movimento No Borders e forze dell’ordine. Diego Turra è morto probabilmente stroncato da un infarto anche se sarà l’autopsia a chiarirlo.

Il decesso si è verificato una volta conclusa un’attività di perlustrazione dove Turra era impegnato in una camminata a passo sostenuto lungo i binari della linea ferroviaria ventimigliese. Nonostante gli interventi tempestivi dei colleghi e quindi dei sanitari del 118 che hanno cercato di rianimarlo l’infarto si è rivelato fatale. Un uomo come lo ricordano in molti che è sempre stato dalla parte dei più deboli. Fin da ragazzino Diego Turra ad amici e insegnanti diceva che il suo sogno sarebbe stato quello di fare il poliziotto seguendo le orme del padre Silvano, agente della polizia stradale ad Albenga e morto anni fa. polizia celere

“Non si tratta di capire se è morto durante gli scontri o in un altro momento. Diego Turra è morto mentre indossava una divisa ed era in servizio”, dicono i sindacalisti della polizia di Stato. E da due giorni, quando i migranti avevano sfondato il cordone di poliziotti al confine, la tensione era altissima.

“Come Silp Cgil, tutto il nostro cordoglio e la vicinanza alla famiglia del collega del Reparto mobile di Genova che ha perso la vita poche ore dopo un’intervento presso il parco Roja, dove era stato allestito un centro di accoglienza per migranti”, dice il segretario generale del Silp Cgil, Daniele Tissone. “In serata alcuni ‘no borders’ – dice Tissone – sono arrivati allo scontro con la Polizia e, durante tali tafferugli, un agente del Reparto mobile di Genova di 52 anni è stato colto da arresto cardiaco accasciandosi a terra davanti ai suoi colleghi che erano, insieme a lui, ancora in servizio”

“Originario di Albenga, da sempre in servizio presso il Reparto genovese – spiega il sindacalista – era molto attaccato al proprio lavoro, interpretando al meglio lo spirito di servizio proprio di chi svolge un’attività così delicata quanto impegnativa. Ci piace ricordarlo così, sempre allegro e disponibile con i colleghi e ci auguriamo, alla luce di quanto accaduto, che chi ha responsabilità rispetto anche alla elevazione dei limiti di età del personale che espleta servizio in Polizia si interroghi relativamente al fatto che – in situazioni di elevato stress e pericolo – occorra mettere in campo personale più giovane che, al momento, rappresenta oggi – in generale – solamente il 12% delle aliquote di tutte le forze di Polizia”.

Secondo Tissone, “impiegare sempre e comunque personale che ha già dato tanto per la società e che ha crescenti difficoltà nell’affrontare rischi sempre maggiori, a fronte delle continue ristrettezze derivanti dalla mancata allocazione di risorse sia umane che contrattuali, non è degno di uno Stato che dovrebbe assicurare, anche ai propri servitori, condizioni di vita e di lavoro più umane e comunque dignitose”.

Da ieri sera, tra l’altro, il centro migranti al Parco Roja è blindato dalla polizia. Bloccati tutti gli accessi per motivi di sicurezza e la stessa cosa sarà anche oggi quando è prevista una manifestazione promossa dai No Borders che da settimane organizzano azioni di forza a sostegno dei migranti che vogliono oltrepassare la frontiera.