Celebrata la messa di settimo per Diego Turra, due settimane dopo la tragedia al confine
In chiesa quattro agenti e il consigliere regionale Angelo Vaccarezza, colleghi assenti come gli amministratori pubblici
<strong>Albenga/Ventimiglia.</strong> Quando il rintocco delle campane della cattedrale di San Michele ricordano che sono le sei, la moglie Danila, le figlie Marianela e Belen erano già sedute nella panca davanti all’altare.
Attorno c’erano quattro agenti di polizia, due uomini in divisa e due donne in borghese (tre erano del commissariato di polizia di Alassio ndr). Un cordone impenetrabile per la famiglia di Diego Turra, l’assistente capo morto a Ventimiglia due settimane fa durante un servizio d’ordine.
E’ don Bruno Scarpino, l’amministratore parrocchiale della cattedrale ad avere celebrato la messa di settimo. Per tre volte ha pronunciato il nome del poliziotto. Ad ascoltare l’eucarestia c’era una trentina di persone e il consigliere regionale Angelo Vaccarezza, amico e tifoso della Samp come Diego. Insieme andavano a vedere le partite del Doria.
Non c’erano altri amministratori pubblici, non c’erano altri colleghi di Turra. Eppure il ricordo di una tragedia così grande che ha funestato il sesto reparto mobile di Bolzaneto è ancora vivo e grande. E’ stato comunque don Scarpino a porgere le condoglianze a messa praticamente finita alla famiglia e alla polizia. Alle 19 in punto la moglie e le figlie sono rimaste in chiesa per poi uscire da una porta laterale. In piazza c’era anche una pattuglia dei carabinieri, ma per servizio d’ordine in centro.