Verso la chiusura, al via i colloqui conoscitivi con i dipendenti dell’Agnesi



Lo storico stabilimento chiuderà i battenti a fine anno, Colussi vuole aprire un museo
Imperia. Inizia una settimana cruciale per i lavoratori dell’Agnesi di Imperia. Sono iniziati i colloqui conoscitivi con l’azienda alla presenza dei delegati sindacali in vista della chiusura prevista per fine anno con tre opzioni: ricollocazione, accompagnamento alla pensione o buoni uscita.
Nel primo caso il piano industriale prevede il trasferimento in altre tre le sedi di riferimento: lo stabilimento di Fossano, in provincia di Cuneo, in quello di Leinì e in quello di Tavarnelle, in provincia di Siena, dove si produce il marchio “Sapori”.
Gli stessi trasferimenti tuttavia sono legati a qualifiche specifiche, quali, ad esempio, quelle di “manutentore” e “capo turno”, situazione che riduce i numeri di chi vi può aspirare. Inoltre quella del manutentore è una professionalità che può trovare più facilmente impiego, rispetto ad altre. Alla fine della storia, i “ricollocati” invece di essere una novantina, come ipotizzato da Colussi, potrebbero quindi essere una quindicina, ma è prevista la collocazione anche alla Class di Chiusavecchia.
E’ un momento delicatissimo perché sono emerse forti differenze fra le cifre ipotizzate e quanto potrebbe avvenire nella realtà. A cominciare dai lavoratori che potrebbero essere “accompagnati” alla pensione. Per l’azienda, sarebbero una ventina, ma, secondo i sindacati, molto meno di dieci avrebbero l’anzianità necessaria per accedere agli ammortizzatori sociali. Gli altri maturerebbero l’anzianità soltanto fra cinque o sei anni.
Un altro incontro fra sindacati e azienda si terrà il 21 luglio e fino a quella data non sono previsti scioperi.
“Stiamo cercando di ottenere dall’azienda un sostegno economico per tutti i lavoratori, ma non sarà possibile quantificarlo fino a quando non si saprà con certezza chi resterà a Imperia nel previsto museo della pasta, chi accetterà il trasferimento in altre zone della Liguria, oppure in Piemonte e in Toscana e ancora chi verrà licenziato e chi accompagnato al pensionamento – sottolineano Fulvio Fellegara, segretario provinciale della Cgil e Claudio Bosio, segretario interprovinciale della Cisl – Il nostro obbiettivo è che ognuno abbia un sostengo aggiuntivo rispetto al Trattamento di fine rapporto, ma per poter quantificare le cifre è necessario prima individuare i vari casi. Per questo verranno avviati dei singoli colloqui fra il direttore dello stabilimento e ogni lavoratore, alla presenza di rappresentanti sindacali. In questo modo avremo il quadro preciso delle esigenze e delle intenzioni di ogni dipendente”. Ora restano da capire le intenzioni dei lavoratori.