Ventimiglia, una struttura di accoglienza nell’ex istituto dei frati maristi: il sogno del vescovo Suetta

13 luglio 2016 | 20:37
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Ventimiglia, una struttura di accoglienza nell’ex istituto dei frati maristi: il sogno del vescovo Suetta

Suetta: “Sarebbe una bella opportunità. Spero che il Signore ci conceda di realizzarla”

Ventimiglia. E’ ancora una prospettiva lontana, ma l’ex convento dei frati maristi, abbandonato da anni, potrebbe diventare una struttura di accoglienza. Lo ha dichiarato il vescovo diocesano monsignor Antonio Suetta, che sta trattando con i religiosi per raggiungere questo scopo.

“Di certo l’idea che ci è venuta non risponderà alle necessità del momento”, ha spiegato Suetta: impossibile, dunque, che l’istituto, sito nella frazione di Bevera, possa accogliere i migranti attualmente ospiti alla chiesa di Sant’Antonio delle Gianchette che non troveranno posto al parco Roja.

“Non riusciremo mai a mettere questa proposta in cantiere per sopperire all’emergenza che stiamo vivendo”, ha dichiarato il vescovo, “Perché al di là dei tempi che ci occorrono per concludere le trattative con i frati, credo che come minimo ci vorrebbero due anni di lavoro per rendere agibile la struttura”.
Quello dei frati maristi, è un istituto imponente, dall’aspetto massiccio ma da ristrutturare completamente. Oltre agli interni, che versano in stato di abbandono, è crollata anche parte del tetto.

Per ora, il vescovo sta trattando con i frati per avere l’immobile, o acquistandolo “ad un prezzo commisurato con il tipo di attività che si vuole dare, o in comodato molto lungo”, spiega, “Ma è prematuro dirlo perché abbiamo aperto un dialogo molto concreto che vede una volontà da parte dei fratelli maristi di darci una risposta positiva. Tutto, però, è ancora da chiarire e da definire”.

Il progetto, però, c’è già: “L’idea è quella di avere, a lungo termine, una struttura idonea ad ospitare persone in difficoltà in caso di emergenza e nello stesso tempo di avere a disposizione un laboratorio di accoglienza, una struttura dove costruire dei percorsi di solidarietà, di attenzione al prossimo e di educazione al volontariato”, spiega il vescovo, “Sarebbe una bella opportunità. Spero che il Signore ci conceda di realizzarla”.