Ventimiglia, l’abbraccio tra cristiani e musulmani nella chiesa di San Nicola

31 luglio 2016 | 13:59
Share0
Ventimiglia, l’abbraccio tra cristiani e musulmani nella chiesa di San Nicola

All’altare si è avvicinata anche una donna musulmana, senza velo: “L’ho tolto per avere pace con tutti”

Ventimiglia. C’è un sacerdote vittima dell’odio a Rouen, in Francia: si chiamava padre Jacques Hamel, aveva 86 anni ed è stato sgozzato nella sua chiesa per mano di un altro uomo in nome di un dio. E c’è un altro sacerdote, padre Francesco Marcoaldi, che abbraccia l’imam di Ventimiglia, Mohammed Babi, e la delegazione di musulmani presenti all’interno della sua chiesa di San Nicola di Tolentino, in via Roma: un gesto simbolico, applaudito dalla comunità di fedeli che ha ascoltato, al termine della messa domenicale, le parole di chi crede in una religione diversa e condanna chi uccide in nome di essa.

“Ci sono cose che appartengono alla Terra”, ha dichiarato nella sua omelia, padre Francesco, “E tra queste ci sono le divisioni tra le etnie, divisioni culturali, religiose, sociali, la discriminazione, il razzismo che tanto fa paura. C’è qualcuno che fa delle proprie idee sbagliate la ragione di vivere, calpestando tutti i diritti e le esigenze normali di ogni essere vivente”. “Ma noi non chiuderemo le chiese”, ha concluso il sacerdote, “Anzi le apriremo ancora di più come ci insegna papa Francesco”.

“Siamo qua per manifestare contro il terrorismo e per dire che il terrorismo non ha paesi: un terrorista può essere musulmano, ebreo, cristiano”, hanno dichiarato i rappresentati del centro culturale islamico ventimigliese, “Noi siamo qui per la pace e per essere uniti contro il terrorismo”.

Taki Hassan, portavoce del centro, ha tradotto in italiano il discorso dell’imam Babi, nel quale sono stati ricordati la storia e i fondamenti dell’Islam, che parlano di pace e fratellanza tra gli uomini: “E’ l’ignoranza a portare il terrorismo”.

A chiedere la parola, poi, è stata una donna musulmana: “Mi sono tolta il velo perché tutti, quando camminavo sul lungomare, mi additavano. L’ho fatto per avere pace con tutti”, ha detto dal pulpito, “Ma credetemi, noi musulmani non vogliamo Daesh, non vogliamo il terrorismo. Siamo musulmani come voi siete cristiani, ma siamo tutti fratelli e sorelle figli di un unico Dio”.