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Tragedia di Nizza, Mohamed il solitario che con lo sguardo fulminava i bambini

15 luglio 2016 | 21:19
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Tragedia di Nizza, Mohamed il solitario che con lo sguardo fulminava i bambini

I vicini di casa raccontano la vita solitaria del kamikaze della Promenade des Anglais

Nizza. “Mette i brividi sapere che in questo palazzo vivesse un terrorista, un uomo solitario, ma molto molto pericoloso”. Ha la voce strozzata Hanan, una vicina di casa di Mohamed Lahouaiej Bouhlel, classe 1985, francese di origine tunisina. Il killer della Promenade des Anglais del 14 luglio abitava in questo palazzone alla periferia di Nizza. “Non rivolgeva la parola. Solo buongiorno e buonasera, ma molto di rado. Quando incrociavi lo sguardo con quell’uomo avevi paura- racconta la vicina – Una cosa la ricordo bene: guardava male i bambini del palazzo e del quartiere. Incuteva paura e terrore quell’uomo. Li guardava e li fulminava con gli occhi”. Altri vicini lo definiscono un uomo che non dava confidenze: “Non sembrava molto religioso. Aveva iniziato il Ramadan per poi sospenderlo. Quello amava la salsa e le belle ragazze, altro che recitare il Corano”. Da quando era iniziata la procedura per il divorzio dalla moglie Bouhlel era “depresso e instabile”.

Mohamed, il killer trentunenne franco tunisino, sfuggito ai radar dell’antiterrorismo, era originario di Sousse, la località del Nordafrica teatro della strage in spiaggia lo scorso anno. Sarebbe un’incredibile coincidenza, o addirittura qualcosa di più. Se non lui almeno il padre era legatissimo al mondo estremista islamico.

 E dopo il lungo sopralluogo sul camion crivellato di colpi sulla Promenade la polizia scientifica ha rilevato le impronte digitali. Potrebbe essere stato aiutato da qualcuno, magari a noleggiare quel camion kamikaze che ha ucciso 84 persone ne ha ferite oltre 200 e almeno 50 sono ricoverate in condizioni disperate.

Mohamed, padre di tre figli, di professione corriere, era sconosciuto dalla gendarmerie. Non aveva una “scheda S”, così vengono classificati gli individui sospetti. Emerge che a marzo, secondo fonti giudiziarie del quotidiano francese Le Figaro, era stato condannato per violenza. Per tutto il giorno la polizia ha effettuato una perquisizione nell’appartamento in cui si era trasferito, in un quartiere popolare a Est di Nizza. I suoi parenti sono finiti sotto torchio, interrogati per ore in caserma. Si scava nel passato di quest’uomo turbolento che ha beffato la sicurezza parcheggiando quel bestione addirittura giorni prima senza troppi problemi. Aveva da poco ottenuto la patente per i tir, era armato per uccidere, per diventare il kamikaze sanguinario entrato nella storia del 14 luglio, il giorno della festa nazionale.