Sanremo: il sindaco non può imporre la demolizione dell’ecomostro di Portosole

2 luglio 2016 | 18:58
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Sanremo: il sindaco non può imporre la demolizione dell’ecomostro di Portosole

Confermate dai tecnici le perplessità sulla petizione del M5S: mancano ad oggi i presupposti per l’abbattimento

Sanremo. Adesso arriva anche il parere tecnico degli uffici in merito alla petizione avviata dal Movimento 5 Stelle per la demolizione dello scheletro del costruendo albergo di Portosole.

Nella petizione il Movimento chiede al sindaco di Sanremo di  “verificare la possibilità di intimare una ordinanza urgente di demolizione ai proprietari del mostro di cemento ai sensi dell’art. 54 del D. Lgs. n. 267/2000, da effettuare a loro spese e senza soldi pubblici, al fine di preservare la sicurezza urbana; considerate le irregolarità urbanistiche e l’usura della struttura ormai fatiscente – dovuta a decenni di incuria – l’unica soluzione è l’abbattimento e la progettazione di un futuro sostenibile per l’area antistante Portosole”.

Il parere tecnico degli uffici, reso pubblico oggi, conferma le perplessità emerse in comune in seguito alla petizione organizzata dal Movimento 5 Stelle: proprio in base alla legge citata nella petizione, mancano ad oggi i presupposti perché il Sindaco intervenga con un’ordinanza contingibile e urgente.

Il citato art. 54, comma 4, del D. Lgs 267/2000, consente al sindaco, quale ufficiale del Governo, “di adottare, con atto motivato, provvedimenti contingibili e urgenti nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento, al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana”.

Nel parere degli uffici si sottolinea che “il fabbricato incompiuto di Portosole non presenta profili di pericolo né incombenti né prossimi, trattandosi di struttura in cemento armato insistente su porzione di area in concessione ai privati, delimitata da recinzione e non interessata dal pubblico transito”.

Mancano dunque ad oggi i presupposti perché il Sindaco intervenga con un’ordinanza contingibile e urgente.

Solo al termine di procedimenti amministrativi complessi che rientrano nella sfera gestionale del Dirigente – prosegue il parere degli uffici – e che richiedono l’esame dei vari atti che si sono stratificati nel tempo, si potrà accertare se sussistono le condizioni per la demolizione della struttura”.

L’argomento è stato anche oggetto di una interpellanza presentata nell’ultimo consiglio comunale, alla quale il sindaco Alberto Biancheri ha risposto sottolineando che l’amministrazione ha da tempo affrontato con gli uffici le strade perseguibili per arrivare ad una soluzione di un problema complesso, che si trascina da molti anni e sul quale bisogna intervenire per gradi.

In questo senso il primo passo dell’amministrazione è quello di avviare la procedura di diniego dell’ultimo progetto in variante presentato dalla Società nel giugno del 2015 per contrasto con la normativa in materia. L’atto di rigetto verrà formalizzato nei prossimi giorni.

Nei corridoi di palazzo non si nasconde un certo fastidio per l’operazione legata alla petizione popolare che viene considerata più di carattere politico che tecnico, avviata su un tema già allo studio dell’amministrazione comunale, amministrazione della quale fanno parte i promotori stessi della petizione che alla luce del parere tecnico legale degli uffici rischia di rivelarsi inutili.