Sanremo, Forte di Santa Tecla: il 6 luglio 1754 la posa della prima pietra
L’imponente struttura che da oltre 250 anni domina e protegge la città
Sanremo. Ricorre oggi l’anniversario del Forte di Santa Tecla, l’imponente struttura che da oltre 250 anni domina e protegge la città di Sanremo. Un’architettura possente, “la cui mole” – come scriveva Giuseppe (Pipin) Ferrari nella sua Sanremo 500 Secoli – “ci peserebbe sullo stomaco ancora adesso se non fosse utile a difendere il porto dai venti di tramontana, impedendone le correnti che ne sconvolgerebbero l’esiguo bacino, dove natanti da diporto di tutte le nazionalità trovano grato soggiornarvi a riparo dalle intemperanze del tempo”.
La sua costruzione fu voluta nel XVIII secolo dalla Repubblica di Genova, a seguito di una sollevazione popolare sanremese, che, dopo la guerra di successione austriaca, aveva non solo imprigionato il commissario della Repubblica Marinara, Matteo Vinzoni, ma chiedeva anche l’annessione al Regno di Sardegna. All’insurrezione infatti Genova reagì con violenza e per intimidire con le proprie artiglierie i ribelli, decise di ergere un grande forte, ancor oggi memoria di quelle drammatiche vicende sofferte dai nostri lontani avi.
Su consiglio dell’ingegnere militare Giacomo De Sicre, la Repubblica deliberò che la fortificazione, tra gli esempi più mirabili dell’architettura militare del Settecento ligure, fosse eretta sullo spiazzo di Pian di Nave “utilizzando” – come ricostruisce sempre Ferrari – “il preesistente bastione sul quale garriva alla brezza marina la gloriosa bandiera di San Romolo abbattendo tredici delle case che sarebbero venute a essere di ingombro al tiro delle bocche da fuoco verso l’abitato, e con esse l’antico oratorio dei confratelli di San Mauro”.
Si mise così mano ai lavori, per una spesa totale di circa 70.000 lire genovesi, che furono diretti da tale Gio Batta Montaldo genovese. Insieme a una reliquia di Santa Tecla, da cui il nome, la prima pietra del Forte venne posata proprio il 6 luglio 1754 con una messa cantata. Alla cerimonia intervenne una folla “dai volti corrucciati” che assistette in “silenzioso rammarico” a causa della distruzione delle abitazioni.
Il Forte fu edificato a pianta triangolare, con un bastione verso il mare e un’opera a corno formata da due mezzi bastioni, separati da una lunga cortina su cui si trovavano pezzi di artiglieria a minacciare la città. All’interno, il primo piano fu occupato dalla cappella, dai magazzini, dalla cisterna e dall’appartamento comandante; mentre il primo piano fu deputato a ospitare gli alloggi dei soldati e degli addetti, con la polveriera nell’antica torre cinquecentesca che era stata inglobata nel forte, i comandanti, la fanteria e il magazzino. L’opera fu terminata nel marzo 1756 con la benedizione della cappella interna e del piazzamento dei cannoni, dei quali se ne possono vedere ancora oggi due esemplari ricostituiti nei giardini di fronte.
Rimase ufficialmente in uso fino all’invasione napoleonica del 1796, quando la popolazione, che si sentiva liberata dal secolare giogo della Repubblica di Genova, demolì parte degli spalti, impedendo un rapido accesso al molo.
Con la Restaurazione, nel 1815, Sanremo venne annessa al Regno di Sardegna e il Forte venne utilizzato come una caserma per la fanteria sabauda; e poi, nel 1835, caserma dell’arma dei Bersaglieri.
A partire dal 1864 fu invece adibito a casa circondariale di pena. Restò un carcere fino al 1997, a eccezione del triennio 1915-1918 divenendo base per idrovolanti, e durante l’occupazione tedesca tra il 1943 e il 1945 che fu utilizzato come deposito di munizioni.
Oggi il Forte di Santa Tecla, dopo essere stato assegnato per un periodo alla Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici della Liguria e infine, è di proprietà del Comune di Sanremo che ne ha destinato i locali, recuperati e restaurati, a mostre e manifestazioni.