Sanremo: edicolanti in difficoltà, rischio chiusura con la nuova gara pubblica
Il comune vuole rinnovare le edicole, settantamila euro a carico dei gestori. Rischio di chiusura per molte attività
Sanremo. Rischiano di sparire le edicole dei giornali, almeno così come siamo abituati a vederle. L’amministrazione è di fronte a decisioni strategiche con interventi sul piano del decoro urbano e su quello normativo nelle strutture comunali date in concessione.
Il comune intende rinnovare le strutture, in particolare quelle che insistono sul suolo pubblico come i baretti e le edicole dei giornali, e per fare questo ha avviato un piano che difficilmente consentirà la sopravvivenza delle attuali gestioni.
Trattandosi di un piano complesso, che dovrà tenere conto delle nuove normative e delle varie autorizzazioni ambientali, e vista l’impossibilità degli uffici di garantire tempi veloci, lo studio è stato affidato ad un tecnico esterno, un professionista di Taggia al quale il comune ha fornito una mappa della situazione attuale delle strutture. Basta però fare un giro tra i vari edicolanti per capire che nessuno o quasi sarà in grado di soddisfare le condizioni del comune, che prevede l’acquisto della nuova struttura che può costare settantamila euro con gli interessi bancari, da ammortizzare in nove anni.
Un investimento che non sembra alla portata degli attuali gestori in un momento nel quale i margini di utile degli edicolanti sono quasi nulli, senza considerare che alla scadenza la struttura diventerà di proprietà del comune e verrà indetto un nuovo bando.
Il nervosismo nel settore è palpabile: le attuali concessioni sono scadute a dicembre 2015 e sono state prorogate fino al giugno 2017 per avere il tempo di effettuare lo studio e la gara pubblica.
Difficile immaginare un ricambio nella categoria: un nuovo gestore all’investimento iniziale di settantamila euro dovrebbe aggiungere almeno diecimila euro per il primo rifornimento di giornali, più una fideiussione bancaria a favore dei distributori di giornali.
Cifre che mal si conciliano con le prospettive di rendita dell’attività. Ma anche chi già gestisce un’edicola è spaventato da un bando di cui ancora non si sa nulla ma che comporterà di sicuro un aumento delle spese: oggi l’affitto medio pagato al comune si aggira sui duemila-duemilacinquecento euro all’anno, pochi in assoluto ma molti per un’attività con margini minimi.
Il piano prevede anche lo spostamento da alcuni luoghi tradizionali: sparirà l’edicola all’angolo del vicolo che collega via Matteotti a piazza Borea, per liberare l’accesso alla piazza stessa. Sparirà probabilmente anche quella nel piccolo porticato tra via Palazzo e piazza Cassini.
Qualcuno ha anticipato le mosse del Comune, come i gestori dell’edicola davanti al mercato annonario che hanno già abbandonato la struttura comunale spostandosi di poche decine di metri, questa volta in un locale in affitto. Una scelta che potrebbe essere seguita da altri: meglio un affitto mese per mese che il peso di un prestito bancario decennale che non porta a nulla. Si salvano l’edicola sotto i portici di piazza Colombo e quella all’inizio di via Martiri che sono su suolo privato condominiale.
Novità anche per altre attività che si svolgono in strutture del comune che insistono sul suolo pubblico, in particolare alcuni bar come quello in corso Trento e Trieste di fronte ai bagni Arenella o i due nelle vicinanze del Morgana. Anche su queste incombe la gara pubblica per l’assegnazione e gli adeguamenti al piano normativo: negli anni si sono infatti cristallizate alcune anomalie che non potranno più essere accettate in fase di rinnovamento.
Un discorso a parte riguarderà i baretti del porto vecchio, che rientrano nel progetto di rinnovamento di tutta l’area portuale al quale sta lavorando l’assessore Mauro Menozzi.