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Pensare e progettare una casa: pensieri sparsi

1 luglio 2016 | 09:32
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Pensare e progettare una casa: pensieri sparsi

Le attuali esigenze socio-culturali hanno mutato la “planimetria” delle abitazioni delle nuove famiglie

Le attuali esigenze socio-culturali hanno mutato la “planimetria” delle abitazioni delle nuove famiglie, non più l’impianto ereditato dall’ottocento e parte del secolo scorso che vedeva immutata la disposizione ingresso-disimpegno, salotto di rappresentanza ben decorato, corridoio di distribuzione con le varie stanze che si aprivano mano a mano che lo si percorreva, compresi il bagno e la cucina. Funzionale all’idea di suddividere la casa in un luogo di rappresentanza pubblica per ricevere e luoghi di vita privata, intimi e separati dal resto della casa.

Oggi, la progettazione d’interni ha, date le circostanze sociali e il desiderio di ritrovare una volta a casa un ambiente confortevole, aperto, che sappia favorire la connesione di sguardi e vita comune, cambiato rotta a favore di una socializzazione “interna” differente, non più legata alla stretta “privacy” dei luoghi intimi ma pensata e ideata sulle esigenze sociali, affettive, emozionali delle persone che “abitano” la casa. Non più cucine laboratorio dove la preparazione del cibo avveniva lontano da occhi indiscreti, lasciando una traccia olfattiva che lasciava presagire quale fosse la pietanza preparata.

Oggi le pareti assumono significati diversi, sottrarre rende l’ambiente aperto e vivo, possiamo trovare un’isola dedicata alla cucina, un salotto con divani e poltrone, la televisione, il tutto aperto alla vista dove non si nasconde ma si rende tutto visibile per partecipare alla vita domestica e socializzare, stare insieme assume un significato di apertura, non solo abbattendo pareti ma creando un’ambiente domestico capace di regalare emozioni, anche attraverso la condivisione degli spazi.

Progettare e arredare una casa diventa, da parte del progettista, un esercizio di stile ogni volta differente. Capire le esigenze, la psiche, le necessità delle persone, saperle interpretare e ri-portarle sotto forma di colori, materiali, arredi e complementi nello spazio che sarà vissuto. Il tutto mantenendo una coerenza stilistica data dal progettista che non deve diventare mai un “marchio di fabbrica” ma deve lasciar trasparire la personalità delle persone che creeranno l’ambiente vivendolo giorno per giorno. Per questo trovo sia bellissimo coinvolgere in prima persona i committenti per arrivare ad un risultato importante di unicità che è dato dall’interazione tra esigenze, caratteri, visione e creatività.

La progettazione e definizione del proprio spazio abitativo dev’essere un percorso condiviso, mai imposto ma guidato. In questo momento storico dove standardizzazione, spersonalizzazione che la società globale ci impone silente, difficoltà relazionale e fortissima competizione professionale, il luogo di vita diventa un’ancora di felicità. Tornare a “casa” alla fine della giornata, condividere con la famiglia e gli amici gli spazi mentre si cucina, si sorride, si guarda insieme un film e ci si emoziona: insomma, felici di vivere la nostra casa.

Paolo Tonelli

www.paolotonelli.com

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