Ospedale Sanremo, 180 mila euro all’anno per trasporto pazienti tra monoblocchi per esami

8 luglio 2016 | 09:16
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Ospedale Sanremo, 180 mila euro all’anno per trasporto pazienti tra monoblocchi per esami
Ospedale Sanremo, 180 mila euro all’anno per trasporto pazienti tra monoblocchi per esami
Ospedale Sanremo, 180 mila euro all’anno per trasporto pazienti tra monoblocchi per esami

Tunnel di raccordo in salita, è inutilizzabile: per trasportare i pazienti appalto alle ambulanze private

Sanremo. La cifra è elevata: 180.000 euro all’anno. E’ questa la cifra che l’Asl 1 imperiese deve spendere per il trasporto dei pazienti da un padiglione all’altro dell’ospedale Borea, in conseguenza di una situazione paradossale: molti esami specialistici si possono eseguire solo nel corpo centrale dell’ospedale, a 50 metri di distanza, collegato tramite un tunnel che però non si può utilizzare.

Per spostare i degenti si deve quindi ricorrere ad un servizio di autoambulanza che carica i pazienti all’uscita del blocco di medicina e li trasporta a pochi metri di distanza, sul retro del blocco centrale.

Il servizo, affidato in base a gara ed oggi affidato alla Croce verde, costa alle casse dell’Asl 180.000 euro all’anno, e quello che più sorprende non è il fatto il sé ma le cause che lo hanno determinato: quando vennero costruiti i padiglioni esterni con il trasferimento di Medicina nel nuovo padiglione Castillo, venne realizzato un apposito tunnel di collegamento all’interno del quale i lettini sarebbero dovuti transitare come in un normale reparto, senza trasbordi.

Il problema, per certi versi incredibile, è che gli ultimi trenta metri del tunnel sono in pendenza: una pendenza leggera, ma sufficiente a rendere faticoso e rischioso per gli operatori socio sanitari spingere un pesante letto di degenza in salita o trattenerlo in discesa. A questo si aggiunge il fatto che un’intera parete è di vetro e d’estate l’effetto serra è garantito, con sbalzi di temperatura tra i reparti non certo salutari per un degente.

Di fatto, il tunnel è utilizzato solo per gli spostamenti del personale e dei visitatori ma non dai pazienti che devono invece essere trasportati tramite il servizio di ambulanza.

Il disagio per i pazienti con patologie gravi è evidente: un primo spostamenteo all’interno del reparto, il trasferimento su una barella dell’ambulanza, il breve tragitto e un nuovo trasbordo.Questo sia all’andata che al ritorno, con i rischi che questo a volte comporta sia per le manovre neecessarie al trasbordo sia per l’esposizione agli agenti esterni. A questo si aggiunge il tempo di attesa dell’ambulanza, non sempre libera perchè i pazienti da trasportare si concentrano in poche ore della giornata. Parliamo di pazienti ricoverati nei reparti di medicina, neurologia e oncologia, quindi con patologie anche gravi.

Una soluzione non c’è. La direzione dell’Asl non può ricorrere a personale interno: il blocco delle assunzioni impedisce l’arrivo di operatori socio sanitari e di infermieri, per i quali non ci sono neanche graduatorie. Mancando personale dell’Asl, il ricorso alle ambulanze esterne è necessario anche per trasportare con urgenza da un ospedale all’altro della provincia le sacche di sangue per le trasfusioni.

Resta da capire perchè, nonostante i due edifici abbiano più o meno la stessa altezza, una parte del tunnel di collegamento sia stato concepito in leggera pendenza senza tener conto dello scopo principale per cui è stato costruito.