Merce contraffatta: che fine fa? Magazzini pieni e lungaggini amministrative

27 luglio 2016 | 19:08
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Merce contraffatta: che fine fa? Magazzini pieni e lungaggini amministrative

Il sequestro è la prima parte di una trafila burocratico-legale che impegna la Polizia Municipale molto più dell’operazione condotta sulla strada

Sanremo. Che fine fa la merce contraffatta che viene sequestrata dalla polizia municipale?

Il sequestro è solo la prima parte di una lunga trafila burocratico-legale che impegna la Polizia Municipale molto più dell’operazione condotta sulla strada.

Il sequestro può dare il via a procedimenti diversi: quello penale, nel caso di merce con il marchio contraffatto, e quello amministrativo nel caso di merce normale venduta senza la apposita licenza, come ad esempio gli ombrelli che spuntano alle prime nuvole che compaiono in cielo.

Nel 2015 la municipale di Sanremo ha sequestrato circa 10.000 articoli, dei quali circa 4.000 rientranti nella categoria del penale, gli altri nel civile.

Un processo civile di questo tipo dura mediamente sui sei mesi, mentre nel caso del penale si può arrivare a due anni: in tutto questo periodo la merce non si può distruggere, in attesa dell’esito del processo. La merce sequestrata viene quindi custodita in magazzini di proprietà comunale, alcuni nella sede del comando e altri all’esterno, con evidenti difficoltà logistiche per via della quantità crescente.

Nei casi più frequenti, sottolinea il comandante Claudio Frattarola, quello ad esempio con il venditore abusivo che scappa abbandonando il borsone con gli articoli contraffatti, il sequestro viene fatto a carico di ignoti e la procedura è più breve, con l’esito scontato dell’archiviazione e del decreto di distruzione della merce. Se il soggetto viene fermato in flagranza i tempi si allungano perché scatta il processo penale e occorre attendere l’esito almeno in primo grado, sempre che non venga presentato appello.

Mentre il processo penale viene gestito dal Tribunale, per quello amministrativo la polizia deve muoversi nel lungo e travagliato iter burocratico-legale.

Anche nel caso amministrativo se la persona non viene identificata si chiude tutto in modo relativamente veloce. Se invece si identifica il soggetto parte l’iter: se ad esempio il soggetto non è rintracciabile all’indirizzo di residenza e non si riesce quindi a notificare gli atti amministrativi, scaduti i termini si procede con il deposito all’Albo Pretorio del comune di residenza, che può essere in qualunque parte d’Italia, e le tracce si perdono nella mole delle pratiche quotidiane: dall’operazione di sequestro e identificazione devono quindi maturare i tempi di notifica, di deposito presso la Casa comunale, il periodo valido per un eventuale ricorso e quant’altro.

In tutti questi mesi la merce resta nei depositi già congestionati della municipale.

L’unica nota positiva è che alcuni degli articoli sequestrati, se non sono legati alla contraffazione di marchi, possono venire donati alle ONLUS. Questo non vale purtroppo per i giocattoli in quanto non rispettano quasi mai i requisiti di sicurezza imposti per legge.

Dietro all’operazione su strada, quindi, esiste un oceano di adempimenti nel quale è probabilmente affondato anche un processo importante nato da un’operazione della squadra di polizia giudiziaria della Municipale di Sanremo insieme alla Polizia di Stato. Seguendo la filiera degli approvvigionamenti, con una operazione durata qualche mese, erano risaliti alla fabbrica di confezionamento di prodotti contraffatti, gestita da italiani e situata in una campagna nella provincia di Pisa. Il caso era poi passato alla polizia di Stato e al tribunale, insieme a mille altri processi, e probabilmente deve ancora arrivare a compimento.

A margine di tutto, viene un po’ di invidia per la libertà di movimento della polizia di oltreconfine: qualche tempo fa, senza tante tutele, la polizia di frontiera francese si limitava a controllare i cittadini francesi in rientro dall’Italia; nel caso di riscontro di borse taroccate l’agente procedeva con un taglio netto da una parte all’altra della borsa, restituendola poi ai malcapitati. Con una possibilità così, i magazzini si vuoterebbero velocemente…