Imperia, Mohamed: “Perché proprio io? Cosa ho fatto di male?”. 19enne senegalese aggredito da branco
Sei persone, al momento non ancora identificate, hanno atteso che il 19enne tornasse dal ristorante di Imperia dove ha trovato lavoro per aggredirlo
Imperia. Non riesce a capire il perché di quell’aggressione avvenuta nella notte tra martedì e mercoledì scorso, Mohamed, il giovane senegalese preso a sassate mentre rincasava dal lavoro in sella alla sua bici.
Sei persone, al momento non ancora identificate, hanno atteso che il 19enne tornasse dal ristorante di Imperia dove ha trovato lavoro per aggredirlo. Complice il buio e la mancanza di telecamere in quella parte del lungomare Vespucci, il branco ha potuto agire indisturbato. “Sei uno sporco negro”, “Tornate a casa tua”: questi gli insulti razzisti rivolti al giovane: frasi che fanno chiaramente intendere che si sia trattato di un’aggressione xenofoba.
Dopo gli insulti, contro Mohamed sono state lanciate delle pietre. E quando il ragazzo, residente a Vasia, è caduto a terra, la violenza non si è fermata. In sei gli si sono scagliati addosso, riempiendolo di calci e pugni e procurandogli lesioni giudicate guaribili in dieci giorni. A salvare Mohamed è stato un automobilista, passato di lì per caso. Quando ha fermato la macchina per capire cosa stesse succedendo, i sei aggressori sono fuggiti.
“Mohamed è talmente riservato e schivo”, ha raccontato Claudia Regina della cooperativa sociale Jobel, “Che non ha voluto nemmeno essere accompagnato in ospedale. Mi ha mandato solo un messaggio di whatsapp intorno all’una di notte, appena arrivato a casa. Non voleva disturbarmi, così non ha nemmeno chiamato”.
Appresa la notizia, la signora Regina e il dottor Alessandro Giulla, presidente della cooperativa Jobel, hanno accompagnato il ragazzo in pronto soccorso e, subito dopo, si sono recati dai carabinieri per sporgere regolare denuncia. “Sarà difficile rintracciare i responsabili di questo gesto così vigliacco e violento”, dicono, “Ma faremo di tutto per tutelare Mohamed”.
“Mohamed è arrivato il 12 luglio dello scorso anno”, racconta sempre Claudia Regina, “E’ davvero un bravo ragazzo con la passione per la cucina. Siamo riusciti a trovargli un lavoro in un ristorante di Imperia, dove è apprezzato da tutti. E’ felicissimo del suo lavoro e questa aggressione lo ha traumatizzato. Continua a chiedere il perché, vuole sapere cosa ha fatto di male per essere picchiato e insultato così”. La verità è che Mohamed stava solo tornando a casa, in sella alla sua bici, nel cuore della notte.
Secondo gli addetti della cooperativa sociale Jobel, una parte di responsabilità, in questa aggressione, è da imputare al comportamento dei politici “che con la loro veemenza incitano all’odio”. “Noi continueremo a lavorare per l’integrazione”, concludono, “E per il rispetto di Mohamed e di tanti ragazzi come lui”.