Fronte Nazionale Liguria: “Ventimiglia, Africa”

10 luglio 2016 | 19:30
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Fronte Nazionale Liguria: “Ventimiglia, Africa”

“Ventimiglia è una polveriera: nessuno desidera episodi di violenza, ma non si incolpino le nostre comunità se qualche sconsiderato farà gesti simili a quello del giovane fermano”

“Ventimiglia è una città di frontiera dal 1860, quando Cavour cedette Nizza e la Savoia alla Francia quale “ringraziamento” per l’aiuto nella seconda guerra di indipendenza”. Inizia con un excursus storico l’intervento di Lorenzo Graglia, segretario regionale per il Fronte Nazionale Liguria.

“E’ abituata quindi ad essere zona di transito ed ha vissuto ampiamente, per quasi un secolo e mezzo, delle tipiche attività di frontiera”, continua Graglia, “Mai, tuttavia, aveva dubitato di essere un città italiana e la porta della nostra Patria per chi proviene dalla Francia mediterranea. Da quando è iniziata la drammatica crisi migratoria legata al salvataggio dei gommoni provenienti dalla Libia, carichi di neri di varie nazionalità, Ventimiglia, suo malgrado, è diventata una città africana. Gli immigrati clandestini, niente affatto profughi e per niente denutriti, sono attualmente mille, in una città di circa 25.000 anime, stretta tra il mare, le Alpi ed un fiume , il Roja, le cui rive sono attualmente un dormitorio .
Gli africani vogliono raggiungere la Francia, che non ne consente l’entrata, oppure sono respinti dai transalpini che ben volentieri aprono la sbarra a chi lascia Mentone. Dall’altro lato, nessuno stop, nessuna decisione vera, il rassegnato breve tragitto verso la città”.

“Il sindaco, che è del PD, ha rassegnato le dimissioni dal partito e non si può dargli torto: non sa che cosa fare, non ha denaro, non dispone di strutture, né di certezze in ordine ai tempi di permanenza delle masse umane . Il prefetto di Imperia, uomo del governo, ha improvvidamente dato disponibilità all’accoglienza (temporanea ?) ed ora è, giustamente, nel mirino delle critiche di cittadini, associazioni, forze politiche. Deve fare carriera, ottenere una sede più importante della piccola provincia occidentale della Liguria, attacca il carro dove vuole Alfano, il ministro dei clandestini e dei curricula dei suoi elettori-clienti, la patata bollente resta nelle mani degli incolpevoli cittadini ventimigliesi”.

“Il turismo è a pezzi, nonostante la bellezza del centro storico, il commercio, principale risorsa cittadina dopo il crollo delle attività legate al confine frontaliere , è in crisi nera, e neppure il tradizionale mercato del venerdì, affollato di francesi, tira più. Il quartiere di Roverino, lungo il Roja, è nel caos: il parroco delle Gianchette si è offerto di ospitare gli africani. La chiesa è infrequentabile, oratorio e attività per i bambini della parrocchia sono trasformate in bivacchi, con tutto ciò che ne consegue in termini di igiene, affollamento, promiscuità, pericoli per l’ordine pubblico, timori soprattutto per donne e ragazze della città.
Sì, perché l’ enclave del continente nero in territorio ligure conferma i dati reali del fenomeno: non famiglie che sfuggono a guerre o persecuzioni, ma giovani maschi in buone condizioni fisiche , con le pulsioni dell’ età. Il rischio è che i disgustosi fatti di Colonia, con le molestie di massa, possano replicarsi a Ventimiglia. Un razzismo strisciante si sta già manifestando con scritte disseminate in città e con dialoghi tra cittadini impensabili prima dell’arrivo in massa di questi invasori, perché di questo si tratta, al di là delle motivazioni, delle intenzioni individuali e delle scelte che, liberamente, il popolo italiano ha il diritto ed il dovere di fare in ordine al problema”.

“Nel frattempo, il comune non ha più risorse, parroco e vescovo se la vedano tra loro, poiché un conto è la carità, un altro è la preferenza vergognosa accordata da costoro a stranieri sconosciuti rispetto ai propri concittadini e correligionari, ma intanto stanno arrivando i moduli abitativi. Si tratta di quei prefabbricati, provvisori nella struttura, molto definitivi in troppe vicende italiane (terremoti, alluvioni, frane), che nel caso concreto, sono in via di installazione vicino al fiume e comunque in una città molto stretta, priva di sbocchi, dunque vicinissimo a case, negozi , installazioni varie. Gli abitanti di Roverino, vicini di casa dei nuovi arrivati, ogni notte, talora sino alle quattro, devono sopportare urla, schiamazzi, musiche tribali di tamburi e tamburelli. L’odore è quello che chiunque può immaginare, il costume civile anche”.

“Gli abitanti di Roverino non riescono a riposare in pace per gli schiamazzi e gli eccessi tribal-musicali degli sgraditi ospiti, ma, a loro differenza, dopo poche ore devono alzarsi per svolgere le loro attività. L’arrivo dei moduli abitativi desta immense preoccupazioni. Per un verso, la certezza del degrado igienico e civile delle zone interessate , per un altro la convinzione di molti che non vi sarà una fine in tempi ragionevoli del soggiorno di chi è presente e probabilmente di chi arriverà, spinto dalla Francia o invitato dalle scriteriate iniziative del potere e del clero.
Infine, c’è rabbia popolare per la convinzione che in molti altrove ed in città, approfittino della situazione per fare affari. Il business dell’accoglienza, lo sappiamo, è stato uno dei pilastri di Mafia capitale. Sono in azione poteri vecchi e nuovi ( cooperative, Caritas , Sant’Egidio, ONG varie dell’universo immigrazionista) , e Ventimiglia ha già sperimentato sulla propria pelle la morsa del malaffare, del controllo mafioso, dell’insicurezza, specie nella città vecchia. Quanto agli italiani bisognosi, sono numerosi anche nella Riviera dei Fiori, ed è vergognoso lo spreco di risorse per gente di cui non abbiamo bisogno e che non apportano nulla alla comunità nazionale. Sono molti coloro che , in giro per l’Italia, sarebbero contenti di avere un’abitazione del tipo di quelle fatte arrivare per il nostro spicchio di Continente Nero, milioni coloro che vorrebbero il denaro che giornalmente ci costa ciascuno dei cosiddetti “migranti”, magari per curarsi o risolvere problemi economici”.

“Ventimiglia è una polveriera: nessuno desidera episodi di violenza, ma non si incolpino le nostre comunità se qualche sconsiderato farà gesti simili a quello del giovane fermano, o semplicemente difende con la giusta energia casa propria, la figlia, la moglie o la fidanzata.
Il Fronte Nazionale porrà in essere iniziative di mobilitazione volte ad affiancare i comitati di cittadini che chiedono, innanzitutto chiarezza e tempi certi per la fine dell’emergenza continua, e poi restituire alla nostra gente il suo territorio, tutelare l’ordine sociale e civile e la sicurezza civica. Non abbandoneremo Ventimiglia: è casa nostra, non del prefetto incauto che vive a palazzo e lascerà la sede ( sempre troppo tardi !) , non abbandoneremo gli italiani della nostra città e gli stranieri onesti che vivono tra noi. Nei prossimi giorni il calendario delle nostre iniziative, con la parola d’ordine di sempre: prima gli italiani!”