Forza Nuova Sanremo: “Se siamo in guerra con l’Isis combattiamo per vincere”
E’ quanto scrivono in una nota Roberto Pardini e Gianni Calvi di Forza Nuova Sanremo
Sanremo. “Se siamo davvero “in guerra con l’ISIS”, come ha detto ancora una volta il presidente Hollande sulla scia dell’ agghiacciante assassinio jihadista a St Etienne, allora è giunto il momento che la Francia – e in effetti ogni nazione occidentale – inizi a lottare per vincere! Cosa implicherebbe una vera e propria “guerra”? Dodici misure serie, senza le quali parlare di una “guerra all’ ISIS” non è altro che una pia illusione o un cinico tentativo di cullare il pubblico per farlo tornare a dormire. Eccoli: * Armare tutti gli ufficiali di polizia e vigili del fuoco, sia in servizio che non; * Assegnare a tutto il personale di servizio in pensione permessi riservati per armi da fuoco e pistole; * Formare e allo stesso modo armare una milizia volontaria di cittadini animati da patriottismo che dovrebbe occasionalmente proteggere, in borghese, i possibili obiettivi; * Due membri di questo personale dovrebbero essere addestrati e armati per proteggere gli studenti in tutte le scuole; * I soldati attualmente di stanza o che stanno per andare in Siria o in Iraq dovrebbero essere, invece, stanziati in patria. L’esercito siriano e i suoi alleati schiacceranno il califfato Daesh, soprattutto se l’Occidente smette di sostenere i cosiddetti “ribelli moderati” che troppo spesso si rivelano pure islamisti taglia gole. Le truppe francesi, tedesche, inglesi e americane dovrebbero proteggere le proprie strade in patria, non destabilizzare la Siria; * Le sanzioni contro la Siria (che stanno uccidendo bambini innocenti ogni giorno) devono essere revocate al fine di accelerare la vittoria del governo siriano sui “ribelli” della Jihad; * Autentica cooperazione militare con le forze russe che combattono ISIS, Al Qaeda e i loro alleati in Siria e in Iraq, e conseguente estensione dell’operazione multinazionale di bombardamenti in Libia; * Utilizzo di sanzioni e altre misure volte a un rapido cambiamento di regime per favorire il rovesciamento delle dittature wahabite in Arabia Saudita e Qatar. Il denaro e la formazione ideologica di questi stati salafiti medievali sono fondamentali per l’ascesa del terrorismo fondamentalista islamico; * Messa al bando e smantellamento dei Fratelli Musulmani e di tutte le istituzioni e organizzazioni non governative dagli stessi gestite o ad essi collegate; * L’arresto di tutti i “foreign fighters” che ritornano in Europa e loro estradizione (dai territori di guerra) perché siano sottoposti alla giustizia per i propri crimini in Siria o in Iraq; * Radunare ed espellere in Medio Oriente tutti gli islamisti e i loro simpatizzanti; * La reintroduzione della pena di morte per atti di terrorismo. Se, come gli ‘esperti’ continuano a dirci, siamo davvero di fronte a una guerra che andrà avanti almeno per una generazione, sarà anche necessario affrontare le questioni demografiche poste dalla combinazione del basso tasso di natalità degli europei autoctoni, da un lato, e l’immigrazione e gli alti tassi di natalità tra la maggior parte delle comunità musulmane, dall’altro. Mentre chiudere le porte al continuo flusso di “rifugiati” da Stati musulmani falliti è un primo passo ovvio ed essenziale, cosa altro deve essere fatto è una questione (da mettere in primo piano) per un vasto, serio e libero dibattito pubblico. Lo stesso vale per la politica estera occidentale, che ha bisogno di un radicale ripensamento in modo da riflettere la realtà e il nostro interesse nazionale, piuttosto che essere manipolata da gruppi di pressione e interessi acquisiti, al punto che gran parte di ciò che viene fatto in nostro nome, nei fatti, infiamma solo ulteriormente la situazione. L’Occidente ha anche bisogno di lavorare ed imparare dai Paesi arabi laici, come la Siria, lo sviluppo di strategie anti-radicalizzazione che si basano su metodi provati e testati dall’esperienza nel trattare con il fanatismo wahabita e rafforzare la mano dei moderati genuini. Questo farebbe ottenere di più rispetto all’ascolto di ‘esperti’ da PC che semplicemente continuano a ripetere “questo non ha nulla a che fare con l’Islam” come tanti pappagalli. Ciò che deve essere fatto con urgenza, in termini di politiche di sicurezza è, nel frattempo, molto più semplice e più facile. Qualsiasi politico o giornalista, che sostiene che siamo “in guerra con l’ ISIS” e allo stesso tempo rifiuta di far propri questi passaggi essenziali, non è minimamente intenzionato a vincere seriamente la guerra. Questi o hanno bisogno di iniziare a fare il proprio lavoro o devono essere sostituiti da quelli che lo faranno. Inoltre se confermata la notizia: Mohamed Lahaouiej Bouhlel, il killer che ha provocato la morte di 84 persone sulla Promenade des Anglais di Nizza travolgendole con un camion lanciato a folle velocità, il 4 ottobre scorso era a Ventimiglia per partecipare a una manifestazione indetta dai “No Border” , sarebbe un fatto gravissimo”.
E’ quanto scrivono in una nota Roberto Pardini e Gianni Calvi di Forza Nuova Sanremo.