A ponente linea ferroviaria a binario unico, aumentano i rischi perché il Cipe ha stoppato l’opera

Impossibile non collegare l’incidente in Puglia al deragliamento del treno a Capo Rollo di Andora che divise in due la Liguria
San Lorenzo. Dopo l’incidente ferroviario accaduto ieri Puglia impossibile non ricordare che anche sulla tratta Andora-Finale Ligure si viaggia su un binario. Mentre in provincia di Imperia si stanno concludendo i lavori di raddoppio e spostamento a monte della ferroviaria tra San Lorenzo e Andora. E come non ricordare il deragliamento del treno intercity a Capo Rollo di Andora tre anni fa, incidente che aveva tagliato in due la Riviera di Ponente per un mese e mezzo.
Per quell’incidente ferroviario, dopo due anni di inchiesta, il pubblico ministero Giovanni Battista Ferro ha iscritto 5 persone nel registro degli indagati: i proprietari della terrazza crollata Vincenzo Di Troia, la figlia Giulia e il genero Raffaele De Carlo, quindi l’amministratore unico della Costruzioni Bergamasche, Damiano Bonomi e a Giovanni Bosi, bergamasco, professionista che era stato incaricato di verificare nel 2012 la solidità della terrazza. I reati ipotizzati sono quelli di crollo e frana colposa, oltre a disastro ferroviario.
Ma la vera doccia fredda è arrivata meno di due mesi fa: il Cipe ha bloccato i 225 milioni promessi dall’ex ministro dei Trasporti Maurizio Lupi nel 2014 proprio per l’Andora-Finale Ligure. Quel finaziamento era una goccia nel mare, ma sufficiente almeno per partire con una delle opere ferroviarie più attese dalla Liguria e forse per ridurre i rischi di possibili incidenti ferroviari e non solo per velocizzare una linea del 1800. Opera faraonica certo, eppure indispensabile per sconfiggere la maledizione del binario unico. I soldi promessi non arriveranno nemmeno per realizzare le opere preliminari, il foro pilota, che passando a monte dell’attuale tracciato costiero consentirebbe di aver via libera in entrambe le direzioni. Motivazione? Il raddoppio della tratta Finale-Andora è un’opera unica e unitaria, non la si può dividere in lotti costruttivi. Non se ne può realizzare, insomma, un pezzo dopo l’altro. Conclusione: niente semaforo verde per i lavori finché non sarà finanziato il costo complessivo dell’opera. la cifra: un miliardo e mezzo di euro.
E Toti si è affrettato a ripetere: “Il raddoppio ferroviario di Ponente è inserito nelle opere strategiche per la Liguria, la trattativa con Rfi è aperta, ma non essendo al Governo non dipende solo da noi, ma i soldi vanno trovati, non bastano i miglioramenti della rete esistente”.