A Imperia droga in carcere lanciata con le fionde, celle perquisite con le unità cinofile

Un pacchetto contenente hashish è stato sequestrato dagli agenti della penitenziaria destinato ad un detenuto
Imperia. Ad Imperia c’è un nuovo sport “importato” da altri penitenziari italiani. E’ il lancio della droga oltre il muro del carcere.
Dalla strada che costeggia il penitenziario di via don Abbo qualcuno ha lanciato un pacchetto contenente del “fumo”. Per farlo arrivare a destinazione probabilmente ha utilizzato una fionda. L’involucro era ben confezionato era pronto all’uso. A scoprirlo sono stati gli agenti della polizia penitenziaria durante un’ispezione attorno al muro di cinta della casa circondariale che hanno sequestrato il pacchettino imbottito di sostanza stupefacente. Immediatamente hanno informato la direzione.
A chi era destinato quel pacchetto? Al momento è impossibile saperlo. Ma questa mattina gli agenti della polizia penitenziaria hanno deciso di approfondire la cosa: è stato richiesto l’intervento dei colleghi dell’unità cinofila arrivati da Asti. Hanno effettuato un’accurata perquisizione in tutte le celle. Non è stato trovato altro stupefacente, ma ora il livello di guardia, dopo l’episodio del lancio di droga, è stato ulteriormente alzato.
Preoccupati sono gli agenti che lavorano nella casa circondariale proprio per le condizioni di sicurezza. “Questa volta hanno lanciato droga, la prossima volta potrebbero lanciare coltelli o ancora peggio pistole dall’altra parte del muro di cinta del carcere. Se qualcuno lancerà droga o altri oggetti, sia chiaro, faremo il possibile per raccoglierla, ma non possiamo certo negare che qualche lancio posa anche andare a buon fine. E che cosa dire delle evasioni che ci sono state, dei tentativi di suicidio e altri episodi che si sono verificati negli anni dietro le sbarre?”
Che la situazione del penitenziario imperiese sia diventata da allarme roso lo sottolinea con forza anche Michele Lorenzo del Sappe, il sindacato dei baschi blu. “Attualmente i detenuti sono 98, e vi sono anche persone malate che hanno continuamente bisogno di assistenza tanto che l’altro giorno uno straniero ha anche cercato di sgozzarsi con una lametta da barba ed è stato salvato in tempo dai nostri agenti – sottolinea il sindacalista che da tempo pone l’accento sulle condizioni di insicurezza della prigione del capoluogo – I nostri agenti in servizio sono insufficienti. Sono 47, ma anche le donne che possano perquisire i familiari all’ingresso, e quattro colleghi sono stati trasferiti a Savona. Dovrebbe venire il direttore Frontirré a perquisire le donne quando entrano in carcere. Ora invece ci arrangiamo diversamente e ogni volta dobbiamo chiamare il comandante che è una donna, l’unica che può svolgere queste funzioni”.