Ventimiglia, “Le tracce? Tutte fattibili, anche se ci aspettavamo altro”

22 giugno 2016 | 16:03
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Ventimiglia, “Le tracce? Tutte fattibili, anche se ci aspettavamo altro”
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Ventimiglia, “Le tracce? Tutte fattibili, anche se ci aspettavamo altro”
Ventimiglia, “Le tracce? Tutte fattibili, anche se ci aspettavamo altro”
Ventimiglia, “Le tracce? Tutte fattibili, anche se ci aspettavamo altro”

E mentre i prof all’uscita dalla scuola esortano i ragazzi a distrarsi, concedendosi una sana nuotata al mare, gli studenti corrono a casa per ripassare

Ventimiglia. Stanchi ma quasi tutti soddisfatti, gli studenti del Liceo Aprosio che, questa mattina, si sono cimentati nella prima prova d’esame: il tema di italiano.
Umberto Eco? Non ce lo aspettavamo”, dicono praticamente tutti, “Anche perché lui stesso nel suo testamento aveva scritto di non voler diventare materia per una traccia d’esame”, aggiunge Elena Citino, 5B, “Ma era comunque abbastanza semplice, pur non avendolo fatto, perché alla fine era un testo sulla letteratura che chiedeva anche collegamenti con poeti del Novecento. Così l’ho scelto”.

Sei le classi, tra scientifico, classico ed Esabac, che stanno affrontando la temibile prova di maturità. All’unisono gli studenti rispondono: “L’ansia? Tutta per la prova di domani: versione di greco o matematica. Oggi un po’ di ansia c’era, ma dopo pochi minuti, stando tra i compagni, è passata”.

Tornando alla prova di oggi, agli studenti dell’Aprosio sembra esser piaciuta in modo particolare la traccia: “L’uomo e l’avventura dello spazio”. “Ho scelto questo”, rivela Edoardo Bassani, 5B dello scientifico. Stessa scelta anche per Lorenzo Balbo, 5M del classico: “Sono abbastanza soddisfatto del mio lavoro”, dice, “Ho scelto di parlare dell’uomo e dell’avventura nello spazio perché è un tema molto attuale, moderno: la ricerca della vita nello spazio è costante. E poi ci sono ancora tante band e canali YouTube dedicati all’argomento, l’ho messo nel tema. Ovviamente ho citato il 1969, anno dell’allunaggio: forse noi ancora non ce ne rendiamo tanto conto, ma questa data, in futuro, potrebbe diventare un secondo 1492 per importanza nella storia. Stanco? No, sinceramente pensavo di esserlo di più. Per fortuna ho ancora un po’ di forze, così posso studiare greco”.

“Anche io ho scelto questa traccia”, racconta Annalisa Mastella, 5C Esabac, “L’ho collegato con la scienza in generale, con il Rinascimento come massimo periodo di fioritura culturale e con il positivismo. La scienza progredisce anche grazie alle scoperte di ciò che è al di fuori della Terra: questo aspetto mi interessa molto e per questo non è stato difficile individuare la traccia da scegliere anche se, a dire la verità, ero indecisa: mi piaceva molto anche il tema sul valore del paesaggio”.

Tra le varie tracce, gli studenti una sullo spazio un po’ se la aspettavano: “Ho seguito il tototema e ne avevano parlato”, aggiunge Annalisa, “Anche in vista delle recenti scoperte dell’acqua su Marte e del fatto che una donna è appena tornata da un viaggio nello spazio”.

“La tracce quest’anno erano davvero ampie e tutte fattibili”, concordano i professori. “Vero, gli anni scorsi non erano così belle”, ribadiscono gli studenti.

In tanti, almeno al classico, hanno scelto l’analisi del testo di Eco. Molti altri non ci hanno pensato un attimo e si sono buttati sul tema di attualità: “Significati del confine: i limiti naturali, storici, mentali”. Come Axel Vignotto, presidente provinciale della consulta degli studenti: “Sperando di non essere andato fuori tema, l’ho incentrata sul confine come conoscenza, Ulisse, Renzo dei Promessi Sposi. Ma ho citato anche il muro di Berlino”.

E’ piaciuto anche il tema sul rapporto padre/figlio. Racconta Lisa Aurisano: “Appena l’ho visto ho pensato: mi piace. Mi sono venuti subito in mente tanti collegamenti e spunti. Il problema sarà domani… con la versione di greco”.

E mentre i prof all’uscita dalla scuola esortano i ragazzi a distrarsi, concedendosi una sana nuotata al mare, gli studenti corrono a casa per ripassare: “Alla spiaggia penseremo dopo: ora è il momento dello studio, quello matto e disperatissimo”, rispondono, citando Giacomo Leopardi.