Ventimiglia, bagni chimici in stazione: l’emergenza continua e la città è in cerca di soluzione

11 giugno 2016 | 11:10
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Ventimiglia, bagni chimici in stazione: l’emergenza continua e la città è in cerca di soluzione
Ventimiglia, bagni chimici in stazione: l’emergenza continua e la città è in cerca di soluzione
Ventimiglia, bagni chimici in stazione: l’emergenza continua e la città è in cerca di soluzione
Ventimiglia, bagni chimici in stazione: l’emergenza continua e la città è in cerca di soluzione

Alle 15 i migranti dovranno lasciare la chiesa che li ospita, ma di soluzioni ancora non ce ne sono: dove andranno?

Ventimiglia. Per ora nulla è certo se non l’ultimatum che impone ai migranti di lasciare la chiesa di Sant’Antonio alle 15,00. Per andare dove ancora non si sa. Non lo sanno i migranti, che questa mattina hanno iniziato a tirare a lucido la chiesa. Non lo sa la Croce Rossa, che attende disposizioni per installare un campo di accoglienza con moduli abitativi già pronti a raggiungere la città di confine o qualunque altro luogo che verrà indicato dalle istituzioni.

E non lo sanno nemmeno i residenti di Roverino, che da ieri hanno dato vita ad un presidio non stop all’ingresso del Palaroja e non hanno nessuna intenzione di mollare. “Questa è l’unica struttura che abbiamo per i nostri figli e non la faremo trasformare in un campo di accoglienza”, dichiarano. Qualcuno li accusa di razzismo, qualcun altro li sostiene. “Non abbiamo paura dell’uomo nero”, replicano le mamme del quartiere, “Ma dobbiamo lottare per i diritti dei nostri figli”.

Dopo l’ordinanza con la quale è stato chiuso il passaggio, diventato un vespasiano a cielo aperto, che da piazza Battisti (stazione ferroviaria) porta a via Hanbury, oggi sono arrivati i bagni chimici. Un dispositivo, questo, che garanitirà per lo memo un minimo di sicurezza in materia igienico sanitaria nel caso in cui, usciti dalla chiesa delle Gianchette, ai migranti non rimanesse altra scelta che tornare in mezzo ad una strada.