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Sanità, Federfarma: “Basta distribuzione diretta, i farmaci devono tornare in farmacia anche nell’imperiese”

28 giugno 2016 | 07:50
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Sanità, Federfarma: “Basta distribuzione diretta, i farmaci devono tornare in farmacia anche nell’imperiese”

In provincia i medicinali del PHT sono distribuiti esclusivamente e direttamente dal presidio sanitario pubblico, ASL1 Imperiese

Imperia. “Basta distribuzione diretta, i farmaci devono tornare in farmacia anche nell’imperiese”. Esordisce così, il dott. Elvio Barla, Presidente dell’Associazione Sindacale Titolari di Farmacie (Federfama) sezione di Imperia, circa la disomogeneità che caratterizza la regione Liguria in ambito sanitario e in particolare in quello della dispensazione e quindi dell’approvvigionamento dei medicinali ai cittadini.

Dal 2002 infatti la distribuzione dei farmaci nella regione funziona a doppia via: la distribuzione diretta e la distribuzione per conto. Nel savonese, nel genovese e nello spezzino i medicinali del PHT – Prontuario Ospedale Territorio (ad esempio quelli per la patologia dell’anemia, dell’artrite, del diabete o dell’epatite) possono essere acquistati dalle ASL (ASL2 Savonese, ASL 3 Liguria, ASL 4 Chiavarese e ASL 5 Spezzino) a condizione di favore e poi distribuiti dalle farmacie (distribuzione per conto) dove possono essere ritirati o acquistati dai pazienti. Viceversa in provincia di Imperia i medicinali sono distribuiti esclusivamente e direttamente dal presidio sanitario pubblico, ASL1 Imperiese, e solo lì possono essere reperiti. 

Una disposizione questa” – spiega il dott. Barla – “che, contro quanto supposto all’inizio, sta alimentando gli sprechi, la dispersione delle risorse e provocando disagi agli assistiti. Anzitutto la rete delle farmacie in provincia ha una penetrazione più capillare e diffusa rispetto alla distribuzione diretta. La prima vanta infatti circa 80 punti distributivi mentre la seconda 4/5 presidi –ovvero le farmacie ospedaliera di Imperia, Sanremo e Bordighera; la sede distrettuale di Imperia; le Residenze protette; e in taluni casi direttamente a domicilio –; in secondo luogo perché i pazienti hanno maggior agevolezza a recarsi nelle farmacia piuttosto che all’Asl (anche perché le farmacie si trovano in ogni dove, pure nel paesino); perché in molti casi per raggiugere l’Asl è necessario prendere l’auto o il mezzo pubblico con i costi annessi; perché l’Asl deve rispettare determinate date e orari che lasciano scoperti i giorni festivi e quelli del week endIn ultimo perché non è concepibile che, come prevede la disposizione, all’atto della dimissione il paziente venga dotato dalla farmacia ospedaliera di un primo ciclo di farmaci necessario a ricoprire il lungo periodo”.

Questi e tanti altri punti, tra cui la necessità di una maggior uniformità nella gestione della sanità regionale da parte delle Asl, saranno posti sotto la lente con l’istituzione di Alisa, la nuova azienda sanitaria ligure che, dal 1° ottobre, sostituirà completamente l’Ars: “Migliorare la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni riducendo al contempo gli sprechi è l’obiettivo prioritario di Alisa”, – dichiara il vicepresidente e assessore alla Salute della Liguria Sonia Viale –. “Alisa servirà ad assicurare una governance unica e di adottare criteri omogeni in tutte e cinque le Asl. E’ strano che in un’unica regione ci sia una disomogeneità organizzativa del sistema sociosanitario su diversi aspetti tra cui, appunto, quello della distribuzione dei farmaci. E Alisa permetterà proprio di individuare e valutare quale sia il modello migliore, che poi, considerando le ricadute sui cittadini e le variabili economiche, in una seconda fase potrà essere applicato nelle singole Asl.  Al momento la distribuzione diretta è sulla carta la meno costosa, ma non tutto è come sembra”.