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La regressione ipnotica in psicoterapia

9 giugno 2016 | 09:18
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La regressione ipnotica in psicoterapia

Attraverso l’ipnosi regressiva e’ possibile guidare una persona a ritrovare ricordi del passato, rivivendolo come se fosse reale, assumendo il modo di pensare, di comportarsi e di esprimersi. Questo processo e’ chiamato “rivivificazione”

E’ l’inconscio del paziente che lo guida a ricordare un particolare episodio della vita, a seconda delle emozioni e dello stato d’animo che sta vivendo, che possono essere collegati con quel ricordo, o in base a cio’ che in quel momento della terapia e della sua vita puo’ essere importante ritrovare: affidandosi al proprio inconscio, il soggetto ricorda cio’ che ha bisogno di ricordare. Il medico psicoterapeuta lo accompagna in questo processo, ma generalmente non e’ lui che sceglie a quali fatti e a quale periodo risalire, pur avendo sempre chiaro in mente l’obiettivo del percorso psicoterapico che sta svolgendo con quel paziente ed orientandola sulla base di esso.

Per indurre una regressione ipnotica si possono utilizzare metafore come ad esempio far immaginare al paziente di partire per un viaggio in treno e di guardare fuori dal finestrino, vedendo scorrere le immagini della propria vita come scorrono le immagini di un paesaggio, cosi si puo’ andare indietro nel tempo, lasciando emergere ricordi, un avvenimento. A quel punto il treno si ferma e si invita il paziente a scendere, a parlare e agire nel tempo che sta vivendo. E’ possibile far regredire un paziente ad una determinata data, eta’, ad uno specifico avvenimento o ad una specifica emozione.

In psicoterapia possiamo utilizzare la regressione ipnotica per elaborare ferite o traumi passati dando loro una connotazione emotiva diversa. Per compiere questa rielaborazione si puo’ invitare il soggetto a consolidare il suo “bambino interiore”, si puo’ rivedere la sua interpretazione di un episodio, si puo’ fare una ristrutturazione dei significati dati a quell’esperienza, che puo’ diventare, una volta superata ed elaborata, una fonte di forza e di ricchezza, o essere un’occasione di apprendimento, potendo ricavare qualcosa di utile. Un trauma dev’essere elaborato, altrimenti crea un blocco, e’ una situazione irrisolta che genera malessere, anche se il sintomo e la sofferenza che la persona manifesta puo’ non essere coscientemente riconducibile a quel trauma, a volte puo’ apparire scollegata da esso per l’azione di vari meccanismi di difesa.

Attraverso l’ipnosi regressiva si possono anche correggere le esperienze emotive negative colmando carenze nelle cure, facendo immaginare al paziente di prendersi cura del “bambino” occupandosi di lui, dei suoi bisogni, dandogli ora quello che gli sarebbe servito un tempo per crescere in modo sereno. Attraverso la regressione si possono eliminare i blocchi e i limiti appresi riattivando ricordi di quando il soggetto era ancora libero da idee e condizionamenti che generano ansia, insicurezza, frustrazione, paura facendolo regredire ad un ‘epoca in cui queste emozioni non era ancora state registrate. Si puo’ far immaginare la mente come uno schermo bianco o una lavagna pulita, su cui incominciare a scrivere concetti e messaggi positivi. Con l’induzione di ipnosi regressiva si possono ritrovare avvenimenti positivi piacevoli, momenti in cui si e’ vissuto un benessere profondo, che puo’ essere “ancorato” e utilizzato come risorsa del paziente, come forza a cui attingere per esempio nel caso in cui il soggetto ha paura di non riuscire a fare qualcosa facendoli regredire in ipnosi a una situazione in cui quella cosa e’ stata fatta spontaneamente, rivivendola, si invita il paziente a recuperare quella spontaneita’ e leggerezza nel fare le cose che le rende molto piu’ semplici.

Durante il percorso psicoterapico , con l’ipnosi regressiva si rafforza l’identita’ e il senso del se’ mettendo in contatto il paziente con il proprio bambino interiore permettendo di riportare alla luce e riattivare il nucleo piu’ profondo e autentico della sua identita’, il nucleo originario del se’, coperto da stratificazioni successive che hanno formato la “personalita” di un individuo. Per ritrovare questa parte profonda, si puo’ accedere ai ricordi d’infanzia legati a spontaneita’, autenticita’, liberta’e forza, riacquisendo consapevolezza della sua identita’, di cio’ che e’ e di cio’ che vuole veramente, dei suoi bisogni piu’ profondi. Rivolgendosi solo all’adulto quello che viene detto puo’ essere recepito, compreso e riconosciuto come giusto ma il suo “bambino interiore” ferito continuera’ a provare sofferenza. Solo curandolo potrà smettere di piangere e la ferita potrà davvero guarire.

Dott.ssa Daniela Lazzarotti

www.danielalazzarotti.com

www.facebook.com/dottoressalazzarotti