Il report di Bankitalia: economia ligure con il segno più ma la ripresa è timida
Il tasso di disoccupazione si e’ ridotto dal 10,8 al 9,2% e il calo ha riguardato anche la componente piu’ giovane, fra i 15 e i 34 anni (+0,4%)
Genova. L’economia ligure e’ tornata a crescere nel 2015: lo evidenzia il rapporto della Banca d’Italia, anche se i segnali sono ancora timidi. “Registriamo una ripresa, ma e’ una ripresa ancora moderata – spiega Mario Venturi, direttore della sede di Genova della Banca d’Italia – pero’ vi e’ stato un aumento dell’occupazione, del settore terziario e dell’attivita’ industriale. Un aumento che deriva soprattutto dalle componenti di domanda interna e dall’aumento dei consumi delle famiglie favoriti anche dalle forme di stabilizzazione del reddito introdotte dal governo. Gli investimenti invece, la componente che piu’ risentito della crisi e da cui ci aspettiamo il maggiore contributo per la crescita dell’occupazione, sono ancora fermi”.
Andamento positivo per il terziario, soprattutto il commercio, favorito dall’acquisto di beni durevoli e per il turismo. Macchia nera resta edilizia. “Ha mostrato una flessione minore rispetto a quella dell’anno precedente – ha sintetizzato Venturi – ma non c’e’ stato il segno di svolta atteso”.
Nel 2015 sono migliorate le condizioni del mercato del lavoro in Liguria. L’occupazione e’ cresciuta del 2,1%, interrompendo la fase negativa avviata nel 2012, un triennio di calo ininterrotto, sottolinea il rapporto annuale della Banca d’Italia sull’economia della Liguria presentato questa mattina a Genova. Un dato positivo, ma che ha riguardato esclusivamente i lavoratori autonomi (+8%) soprattutto nei settori del terziario e del turismo. I
dipendenti sono rimasti sostanzialmente stabili ma al loro interno sono cresciuti i contratti a tempo indeterminato.
Il tasso di disoccupazione si e’ ridotto dal 10,8 al 9,2% e il calo ha riguardato anche la componente piu’ giovane, fra i 15 e i 34 anni (+0,4%). Per il quinto anno consecutivo e’ cresciuto il numero degli occupati con un’eta’ superiore ai 55 anni (+6,4%), in parte a causa del progressivo innalzamento dell’eta’ pensionabile, ma l’aumento ha interessato anche la fascia fra 35 e 54 anni (+1,2%) e appunto i piu’ giovani.