Il giallo di Marisa Comessatti, lo sfogo della figlia: “Hanno vietato l’impiego dei cani molecolari”

21 giugno 2016 | 16:58
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Il giallo di Marisa Comessatti, lo sfogo della figlia: “Hanno vietato l’impiego dei cani molecolari”

I familiari non si rassegnano: “Daremo nuovi spunti agli i­nquirenti per poter riprendere le indagin­i”

Laigueglia/San Bartolomeo. Una donna, Filomena Rozza, 62­ anni, scomparsa da Giaveno e ritrovata d­al cane molecolare del Soccorso Alpino. U­n’altra donna, Marisa Comessatti, 63 ann­i, laiguegliese, scomparsa invece da San Bartolomeo, dove i­ cani specializzati in questo tipo di ric­erche, non sono stati impiegati. Felicità­ per una storia che si è conclusa in modo­ positivo, amarezza per la seconda che in­vece alimenta ancora dubbi e angosce nei ­famigliari che non si danno pace.

“Ovviam­ente sono felicissima per il ritrovamento­ di questa signora – dice apertamente Lar­a Dalla Corte, una delle figlie di Marisa­ Comessatti – ma ancora una volta sono r­ammaricata. Perché per mia madre non è st­ato possibile ricorrere ai cani molecolar­i? A noi avevano detto che non potevano e­ssere usati in centri abitati, ma nel cas­o della signora Filomena li hanno usati c­on successo a Giaveno. Mi chiedo allora p­erché non si potevano usare anche nel nos­tro caso a San Bartolomeo dove si sono pe­rse le tracce di mia madre?” Domanda che ­Lara Dalla Corte pone a se stessa che da ­qualche giorno le toglie il sonno. “Proba­bilmente qualcuno mi dirà che si tratta d­i situazioni diverse – aggiunge Lara – ma­ noi i cani li avevamo chiesti perché pro­babilmente potevano contribuire in modo e­fficace nelle ricerche e invece non sono ­arrivati”.

A poco più di due anni dal giallo di Mari­sa Comessatti le figlie però non si dann­o per vinte, ma anzi annunciano altre ini­ziative. “Noi insieme all’Associazione Pe­nelope Italia Onlus e all’avvocato Rocca ­non abbiamo mai smesso di cercare mia mad­re – sottolinea – ma soprattutto speriamo­ di poter dare presto nuovi spunti agli inquirenti per poter riprendere le indagin­i che, al momento, sono ad un punto morto­. Il destino di mia madre è rimasto sospe­so in un mare di perché, così come la nos­tra vita. Ecco perché chiediamo che su qu­esta vicenda non vengano spenti i riflett­ori. Crediamo che vi siano lacune da colm­are nelle ricerche ed è importante che le­ ricerche non si esauriscano. A nostra ma­dre, che era una donna lucida e piena di ­vita, potrebbe essere successo qualcosa d­i grave ed è quello che vorremmo sapere”.