Il bimbo in noi con la scrittrice sanremese Camilla Morgan Devis e Il Circo dell’Invisibile
Ai nostri giovani cerchiamo di donare la fantasia, dando loro il tempo anche di annoiarsi. Perché è avendo il pensiero libero che l’immaginazione riesce a spiccare il volo
Sanremo. Quando la vita ti porta a vivere situazioni particolari, a volte forse è meglio guardare vicino, perché c’è sempre chi ti può tendere una mano e aiutarti a realizzare i tuoi sogni. E’ il prezioso messaggio racchiuso tra le righe de “Il Circo dell’Invisibile” l’ultima fatica letteraria della scrittrice sanremese Camilla Morgan Devis. Anche questo, come i due suoi precedenti, è un libro fantasy per ragazzi che, attraverso suggestivi racconti adolescenziali, permette ad ogni lettore di ritrovare la propria dimensione di bambino.
Clio, infatti, è una ragazza di quindici anni. Da un anno è scappata dalla sua famiglia e vive a Edimburgo in un vecchio spaccio del pesce, ormai abbandonato. Trova nel misterioso Circo dell’Invisibile la possibilità per cambiare nuovamente la sua vita, trasformandosi nella Ballerina Sirena. Clio crede di vivere in un sogno che oscilla fra duri allenamenti, emozionanti spettacoli, strane amicizie e un dolce amore, ma il sogno nasconde una faccia oscura. Quali misteri si celano sotto i tendoni dorati e turchesi che ha imparato a considerare la sua casa? Clio proverà a scoprirlo sfidando la meraviglia con l’inganno dei suoi stessi desideri.
Il volumetto sta già avendo ottimi riscontri, sia su internet tramite ebook che in cartaceo nelle librerie. E sul nostro territorio sta andando alla grande anche nelle scuole elementari, ad iniziare dal quelle del Baragallo, grazie al grande lavoro collaborativo dell’insegnante Antonella Squillace. Un’ottima lettura in grado di appassionare i giovani lettori, dagli 11 ai 15 anni sono i più accaniti, tanto che Il Circo dell’Invisibile verrà adottato dalle scuole come lettura estiva.
Per Camilla Morgan Davis la passione per la scrittura è cominciata si da piccina “al tempo in cui frequentavo le scuole Elementari”. racconta a Riviera24. Al’inizio erano diari, lettere, temi, senza ancora un’idea netta di come si potesse inventare una storia personale. Poi, alle Medie, la necessità di trovare un rifugio in momenti di tristezza o di nostalgia diventa esigenza prorompente: “a quell’età con la voce è molto difficile riuscire ad esprimersi: ti senti quasi isolato dal mondo e l’unica persona a vivere determinate situazioni”. Su carta era così come domare i mostri, trovare riparo, a volte, una prigione in cui sentirsi più liberi. “Dunque la scrittura sia come mezzo catartico che come puro divertimento perché potevo inventare delle storie”. Tutto perciò è nato da un bisogno personale. Da li i primi libri e le proposte editoriali.
Oltre a scrivere, Camilla legge moltissimo e diversi sono gli scrittori, tra cui anche Neil Gaiman, da cui si lascia coinvolgere. Ama la parola scritta, letta e sussurrata, sopratutto alla sua piccola bimba Amèlie a cui legge favole a volontà. Anzi, a farlo aveva iniziato già da quando aveva il pancione. Ed ora la sua piccola è una delle sue più belle fonti di ispirazione perché “ai nostri giovani cerchiamo di donare la fantasia, dando loro il tempo anche di annoiarsi”. Perché è avendo il pensiero libero che l’immaginazione riesce a spiccare il volo.