Diano 2016, Loredata Grita: “La Lega non è il baluardo della legalità”

2 giugno 2016 | 10:25
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Diano 2016, Loredata Grita: “La Lega non è il baluardo della legalità”

Ultimi lampi prima del voto di domenica prossima nel Golfo Dianese

Diano Marina. Ultimi lampi di campagna elettorale per Loredana Grita che si candida per “Diano oggi per domani”

“Prima Bossi, poi Salvini ed ancora Mai, oltre a tutti gli esponenti locali di Lega e Forza Italia. Il sindaco uscente ha calato tutti i suoi assi in una campagna elettorale contro quattro avversari tutti alla loro prima esperienza da candidato sindaco. Competitor poco esperti, a dire di Chiappori poco temibili, da spazzar via in un amen. Ed invece ecco arrivare a Diano tutti gli uomini della Lega e degli altri partiti che lo sostengono. Forse il sindaco uscente ha temuto di non farcela da solo a sbaragliare i suoi così “poco temibili” avversari? Ed ha chiamato a raccolta il suo esercito. “Ma no, è consuetudine della Lega sostenere i propri candidatI ovunque essi siano”‘, la replica del popolo leghista. Sarà pur vero ma le reazioni a tutte queste passerelle dei big della politica non sembra siano state gradite ai dianesi che vogliono sentire parare di problemi della città in vista delle imminenti elezioni amministrative e non di temi che la Lega cavalca da anni per arrivare alla pancia della gente. Basta navigare un po’ in internet, passando per Facebook per capire che venerdì scorso le strade bloccate, l’eliminazione dei parcheggi nel centro cittadino, lo spiegamento di forze, (che la gente paga!), abbiano ottenuto l’effetto contrario da quello auspicato dal sindaco leghista di Diano Marina, Giacomo Chiappori. Bossiano della prima ora, prima in rotta di collisione con Maroni e Sonia Viale, solo recentemente si è rappacificato con quest’ultima,ed anche con Matteo Salvini, il segretario del suo partito, proiezione, come Chiappori, di quella Lega che urla e accusa in piazza e “ruba” nei cassetti (la vicenda Belsito, che cinque anni fa venne a Diano a sostenere la Candidatura di Chiappori, rinviato a giudizio per truffa insieme a Umberto Bossi e le spese pazze di Bruzzone in Regione Liguria, insegnano). La Lega, non è immune da contaminazioni, non è il baluardo della legalità e della trasparenza come vuol far credere. Se così fosse avrebbe dovuto quanto meno scoraggiare la ricandidatura di un sindaco rinviato a giudizio prima di una sentenza di assoluzione piena che tutti speriamo sia pronunciata al termine del processo che inizierà il 6 ottobre prossimo.