Bussana Vecchia, sì a una soluzione per gli artisti, no alla speculazione

5 giugno 2016 | 08:41
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Bussana Vecchia, sì a una soluzione per gli artisti, no alla speculazione

Il comune valuterà tra chi abita e lavora nel villaggio artistico e chi ha realizzato solo un’operazione immobiliare.

Sanremo. “Nel tempo ci sono state delle persone che hanno occupato il villaggio, ma hanno anche impegnato tempo e risorse per ricostruire. La proprietà però è dello Stato.” Nel tono dell’assessore al demanio del comune di Sanremo, Mauro Menozzi, con delega specifica a Bussana Vecchia, si percepisce la difficoltà e l’imbarazzo nel dover affrontare una realtà da anni al di fuori di ogni regola.

Obiettiamo: l’aspetto artistico va tutelato ma chiunque avesse fatto le stesse cose in un’altra parte del territorio comunale sarebbe incorso in una denuncia penale e nell’obbligo di demolire le opere abusive: “Noi ci troviamo questa situazione: all’anagrafe abbiamo circa cento persone che hanno la residenza nel borgo – riprende l’assessore- e nel tempo hanno avuto delle cose che il comune non avrebbe dovuto dare, perchè se la casa non è tua o se non hai un contratto di affitto non ti posso dare la residenza, la luce, l’acqua, e questo è il risultato di cinquant’anni, difficile da risolvere. Anche l’ipotesi fatta con il demanio di prenderci in carico la borgata e poi darla in concessione a chi ci abita presenta difficoltà, perchè bisogna capire cosa e a chi dare, e trovare le regole giuste perchè altrimenti ogni cittadino potrebbe chiedere un immobile a Bussana Vecchia.”

In una compravendita o cessione tra privati il proprietario, cioè lo Stato, dovrebbe risolvere questi problemi prima della cessione e a questo punto sottoponiamo all’assessore l’aspetto emerso nel corso del nostro recente servizio sul borgo, nel quale si sottolineava che molti alloggi e atelier sono di fatto di “proprietà” di alcune persone che non vivono neanche nel villaggio ma hanno “acquistato” le case per affittarle a terzi come in una normale operazione immobiliare.

“Questo rientra in quello che dicevamo, tutta la proprietà è dello Stato – riprende l’assessore – noi dovremo fare una valutazione su questo aspetto che avete sottolineato perchè un conto è una famiglia che ha tirato su dalle macerie una casa per viverci, un’altra cosa è chi ne ha fatto una speculazione.”

Come si muoverà il comune?

Nei cassetti del comune c’è da moltissimi anni un piano di recupero già pronto, non ha l’operatività perchè non è mai stato portato in consiglio comunale però ha all’interno tutto quello che serve per affrontare il restauro, verificare gli abusi e quant’altro. Visto che il nostro intervento peserà sul bilancio e richiederà uno spostamento di personale tra gli uffici per occuparsi di una problematica complessa, tutto dovrà passare dal consiglio comunale perchè ognuno possa esprimersi su un tema così complesso.”

L’ultimatum del demanio indica tempi stretti al comune, e senza un intervento veloce il rischio è che sia il demanio stesso a ordinare lo sgombero forzato del borgo, anche se il precedente tentativo del 1968 ha visto lo Stato arrendersi di fronte alle barricate degli abitanti supportati da giornalisti accorsi da ogni dove. Una situazione che si ripeterebbe sicuramente oggi con ancora più risalto mediatico, ma sicuramente in difesa della vena artistica del borgo e non di quella speculativa.