Artisti sulle vie del Giubileo: Don Alvise e la Chiesa di San Siro

1 giugno 2016 | 15:01
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Artisti sulle vie del Giubileo: Don Alvise e la Chiesa di San Siro
Artisti sulle vie del Giubileo: Don Alvise e la Chiesa di San Siro
Artisti sulle vie del Giubileo: Don Alvise e la Chiesa di San Siro
Artisti sulle vie del Giubileo: Don Alvise e la Chiesa di San Siro

All’ interno della chiesa sono conservati autentici tesori dell’arte medioevale ligure

Sanremo. Don Alvise Lanteri, da anni parroco della Concattedrale di San Siro a Sanremo ha incontrato quelli di “Artisti sulle Vie del Giubileo”.

La Chiesa di San Siro, nei secoli passati, ha ricoperto un ruolo fondamentale nella Liguria, al pari delle Basiliche di San Michele ad Albenga e di San Lorenzo a Genova. Sorge nel quartiere “Piano” della città, sui resti di un tempio protoromanico, scoperto nel 1947 durante i lavori di restauro effettuati sul basamento della colonna di sostentamento della campana. La Pieve, dedicata al Vescovo di Genova del IV secolo diventato poi Santo, svolse un ruolo fondamentale nelle prime fasi di cristianizzazione della Liguria Occidentale. Al suo interno sono conservati autentici tesori dell’arte medioevale ligure.

Don Alvise li ha accompagnati nella visita della Chiesa e ha raccontato la sua millenaria storia.
La parrocchia di San Siro fa parte delle chiese giubilari e il primo gennaio 2016 più di un migliaio di fedeli ha partecipato all’apertura della prima “Porta Santa”.

San Siro è la “Chiesa Madre” della città di Sanremo, è la più antica in zona e risale al secolo XII. Dedicata a San Siro, l’evangelizzatore del IV secolo nelle nostre terre, sorge sui resti di un’antichissima chiesa, che probabilmente era posizionata in senso inverso a quella attuale, lungo l’antica via consolare romana che portava all’impero delle Gallie.

La costruzione originale è tipicamente romanica, fu barocchizzata durante il 1500/1600 con controfacciate e decorazioni tipiche del costume dell’epoca. All’inizio del ‘900, per volere della popolazione, fu riportata al suo aspetto originale. All’interno, posso dire, si trovano sacre reliquie che tramandano alla gloriosa storia della città matuziana.

La più importante è la campana del “Bacì”, dedicata a San Giovanni Battista, che nel 1753 chiamò, con i suoi rintocchi, a raccolta i cittadini nella rivolta contro i genovesi. Repressa l’insurrezione della città, il campanile fu abbattuto e portato a Genova come bottino di guerra ed esposto a Palazzo Ducale fino al 1784.

Non meno importante è il cosiddetto “Crocifisso Nero”, opera lignea di un autore sconosciuto del XV secolo collegato ad un evento miracoloso: era il 7 agosto 1543, quando a Sanremo giunse la notizia di una prossima incursione saracena. La leggenda racconta che nel corso di una messa propiziatoria svoltasi poco prima dello scontro, il Cristo si irradiò di luce e poco dopo la milizia cittadina lo portò in battaglia come vessillo e i Saraceni furono pesantemente sconfitti.

All’interno della Pieve si trovano, inoltre, diversi pregevoli bassorilievi e tabernacoli in marmo che immortalano le figure dei Santi San Siro, San Romolo e San Bernardino da Siena e dietro l’Altare campeggia l’importante pala quattrocentesca del celebre pittore Gerolamo De Rossi, che glorifica i due pilastri portanti della chiesa: San Paolo e San Giovanni Battista.

All’esterno della chiesa di grande interessa storico-artistico sono le numerose ambivalenti sculture in pietra dette “figure apotropaiche”. Scolpite dai maestri comacini intorno al 1200 nella pietra bianca della Turbie, la rocca che sovrasta il Principato di Monaco, avevano una funzione “anti-negatività”, come era di uso comune in quei lontani tempi.

I maestri comacini erano eccellenti decoratori e scultori, si spostavano molto e venivano chiamati in tutta l’Italia e l’Europa per abbellire l’aspetto dei più importanti edifici religiosi e civili.