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Agnesi, i lavoratori in consiglio comunale: “Lavoriamo per il nostro domani”

7 giugno 2016 | 19:17
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Agnesi, i lavoratori in consiglio comunale: “Lavoriamo per il nostro domani”

I lavoratori in Municipio per rivendicare il diritto di poter lavorare, ma gli imperiesi non hanno scioperato insieme agli agnesini

Imperia. “Lavoriamo insieme per il nostro domani”. Una frase che dice tutto ed è contenuta in un documento letto in apertura dell’assemblea monotematica il presidente Diego Parodi ed è stato scritto dai lavoratori dell’Agnesi che sono entrati in Municipio dopo aver presidiato l’ingresso con bandiere striscioni.

Oggi pomeriggio hanno manifestato e sfilato in corteo. Ma la risposta degli imperiesi è stata pressoché nulla. Non c’erano le associazioni di categoria con loro, non c’erano i cittadini comuni, non sono state abbassate le serrande dei negozi come forse i lavoratori avrebbero voluto. Non ci sono state manifestazioni di solidarietà da parte di quegli imperiesi che invece su Facebook avevano annunciato la volontà di protestare.

Qualche automobilista, questo è il controsenso, si è pure spazientito per il blocco del traffico quando il corteo si è mosso verso il Municipio per “il diritto al lavoro”. Ha inveito contro lavoratori  forze dell’ordine che hanno blindato il serpentone dei manifestanti.

Eppure “l’Agnesi è di tutti” ha detto Gianfranco Grosso, consigliere di Imperia Bene Comune, nel suo intervento. “Tutti insieme dobbiamo dire a chi ci vuole offendere. Pasta e grano sono la nostra storia, così come l’olio e l’ulivo”.  “Comportamento scandaloso da parte di Colussi”, ha tuonato Giuseppe Fossati, consigliere di Imperia Riparte.

Ma forse gli imperiesi non hanno ancora capito bene che l’Agnesi sta per chiudere i battenti evitando anche di considerare la dignità di molti operai che oggi hanno protestato in centro composti e senza fare troppo rumore se non per il dj degli agnesini che sparava Vasco Rossi e i Pink Floyd. Nel frattempo la scadenza si avvicina: a dicembre la produzione cesserà e forse solo allora e sarà troppo tardi gli imperiesi capiranno di aver perso una fabbrica prestigiosa.