Agnesi, Carlo Capacci: “Caro Colussi ora basta, facci sapere che cosa vuoi fare”

7 giugno 2016 | 21:35
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Agnesi, Carlo Capacci: “Caro Colussi ora basta, facci sapere che cosa vuoi fare”

Il magnate del biscotto e della pasta messo alle corde da tutta l’amministrazione che gli ha bloccato la strada verso l’operazione utopica della Porta del Mare

Imperia. Angelo Colussi, il patron dell’Agnesi, etichettato come un razziatore più che un imprenditore, colpito ai fianchi anche dalla politica imperiese e non più solo dai lavoratori. Il destino per il magnate del biscotto e della pasta sembra ormai segnato: a dicembre si chiude e il veliero non navigherà più. Tutto pronto per essere smantellato. A quel punto si potrà dire, nel più assordante silenzio, che questa volta Agnesi parlerà davvero. Utopico pensare che possa cambiare qualcosa anche per la Porta del Mare che avrebbe dovuto stravolgere il waterfront della città. Progetto fallito che finirà in soffitta.

E allora il consiglio comunale monotematico su Agnesi di questa sera, come sul ring di un incontro di pugilato, ha dato il colpo di grazia ponendo un paletto a tutta l’operazione. E’ stato il sindaco Carlo Capacci a toccare il tempo al patron della Misura. Il suo intervento in consiglio comunale è stato categorico e non ha lasciato spazio ad altre interpretazioni: “Mai mi sono presentato agli incontri con la pistola in mano. Ci siamo sempre dimostrati molto disponibili, abbiamo cercato una mediazione, ma purtroppo non è servito a nulla. Ora però è finita. Caro Colussi sei alle strette facci sapere che cosa vuoi fare perché è davvero troppo tardi”.

Un ultimo appello, un biglietto di sola andata per l’imprenditore accompagnato da un documento politico che lascia pochi margini d’azione. Una storia che sembra rispecchiare quella della “porto delle meraviglie”. Doveva essere il più bello del Mediterraneo, non è mai stato completato. Progetti faraonici, ma solo sulla carta. Magra consolazione per una città come Imperia che merita ben altro.

Proprio il primo cittadino ha voluto ricordare che nei due incontri al Mise, tre in Regione ed altri faccia a faccia con Colussi “non è mai stato presentato un piano industriale suffragato da una proposta concreta. “Gli abbiamo concesso più volte delle aperture, segnali di buona volontà – ha sottolineato Capacci –  Volevamo impegnare con un documento scritto il padrone dell’Agnesi. Ho insistito in tutte le sedi quando l’abbiamo incontrato, ma non abbiamo mai visto nulla. Eppure le aperture di dialogo ci sono state. Abbiamo tentato di capire che cosa volesse fare Colussi, ma non abbiamo mai ricevuto alcuna risposta”. Lo stesso sindaco ha anche precisato che “l’amministrazione si è impegnata per salvare i dipendenti dell’Agnesi e dell’indotto”. Come però non si sa.

Nel frattempo i consiglieri uniti e compatti hanno votato una mozione che blinda le aree di via Schiva e nessuna speculazione edilizia alle ex Ferriere. Bocciata la “Porta del mare”.  Nessuna concessione ad Angelo Colussi. La variante richiesta per aumentare i volumi residenziali finisce in archivio e le aree resteranno a solo uso industriale. E così il destino del pastificio sarà segnato per sempre: chi investirà in tempi di crisi in quel grosso monumento?  Domanda senza risposta certa. Più probabile che lo stabilimento venga abbandonato come altri “mostri” sparsi in giro per l’Italia (e anche per Imperia). Così sulla facciata continueremo a vedere il simbolo lo storico veliero dell’Agnesi. Per tutti sarà un vecchio ricordo di uno stabilimento che sfamava 100 bocche, nulla di più.

La politica si è anche mossa tardi per dare l’ultimatum a Colussi. Lo dicono anche gli imperiesi. E in questo lasso di tempo i lavoratori sono rimasti sulla graticola tra scioperi e cortei. La capogruppo del Pd Gianfranca Mezzera, nel suo intervento conclusivo, lo ha ammesso: “Abbiamo atteso che qualcosa  potesse cambiare anche perché il sindaco Carlo Capacci stava seguendo Colussi. Tutto inutile. Oggi affrontiamo il caso Agnesi e lo diciamo apertamente che la Porta del Mare non può essere accettata perché è una operazione di mera speculazione edilizia. La variante della Porta del Mare deve essere respinta perché verrebbe danneggiato l’interesse pubblico. Riteniamo invece che questo stabilimento possa ancora offrire il lavoro ed è quella strada che dobbiamo percorrere. Al tempo stesso, inutile nasconderlo, temiamo che questo stabilimento possa diventare come la Sairo, un rudere abbandonato. Ma oggi dobbiamo pensare all’Agnesi e a dare un segnale forte all’imprenditore e anche ai dipendenti del pastificio. Il consiglio comunale è cosciente della problematica dei lavoratori e se oggi siamo qui è per dare loro una mano. Nessuno vuole che le loro famiglie vengano danneggiate. I lavoratori non resteranno soli. Questo è certo”.