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Un licenziamento e due sospensioni, colpiti tre “furbetti” di Rfi di Ventimiglia

27 maggio 2016 | 19:36
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Un licenziamento e due sospensioni, colpiti tre “furbetti” di Rfi di Ventimiglia

Una vicenda nata quasi per caso nel corso di un diverbio su un treno; arrivati anche gli ispettori da Roma

Ventimiglia.  È il gioco dei contrari. Se uno era furbetto, gli altri forse erano ingenui che probabilmente lo coprivano non sapendo a che cosa andavano incontro. Alla fine dalla direzione è arrivato il provvedimento durissimo che nessuno si aspettava: licenziamento per uno e sospensione dal servizio per i due colleghi.  Tutti fanno parte della squadra di tecnici addetti alla manutenzione della rete di distanza a Ventimiglia.

Gli assenteisti più o meno incalliti vezzeggiati come “furbetti del cartellino” dunque non sono solo nella pubblica amministrazione (si veda il caso del Comune di Sanremo ndr), ma anche tra i binari o meglio, nel reparto di manutenzione di Rfi,  la Rete Ferroviaria Italiana, ovvero la società del Gruppo Ferrovie dello Stato cui è attribuito il ruolo pubblico di Gestore dell’Infrastruttura.

Il “furbetto” è stato punito e mandato a casa: non timbrava il cartellino, ci pensavano altri per lui. Questa è l’accusa che gli è stata rivolta. Gli altri due sapevano o forse no, ma non hanno avvertito i loro responsabili delle sue assenze.

Tutto è nato quasi per caso. Pare che il “furbetto”, durante un weekend, si fosse spostato in treno dalla Riviera al Sud. Alla richiesta del biglietto del capotreno il collega di Rfi avrebbe presentato la fotocopia del tesserino. Tra i due è nata una discussione finita in un rapporto all’ufficio personale. In Riviera si sono spostati allora gli ispettori di Rfi che hanno controllato documenti e fatto accertamenti. Alla fine è arrivata la bastonata per i tre tecnici.

Una storia che è stata mantenuta nel più assoluto riserbo forse per evitare di gettare una macchia sul colosso societario.  Ma la vicenda ha iniziato a circolare. Un fatto grave arrivato anche tra le mani dei sindacalisti delle sei sigle che si occupano di trasporti. Si sono subito mobilitati “per capire e come difendere i lavoratori” anche se la loro posizione appare piuttosto seria da poter risolvere con una stretta di mano.

Un’altra brutta pagina di una sorta di commedia all’italiana fatta di canoni che si replicano dal Nord al Sud. Sanremo ha fatto scuola, poi sono saltati casi di ospedali, altri Comuni, quindi scuole e uffici ministeriali.