Teatro Impertinente, il progetto Scuola Libera va alla radice

24 maggio 2016 | 15:29
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Teatro Impertinente, il progetto Scuola Libera va alla radice
Teatro Impertinente, il progetto Scuola Libera va alla radice
Teatro Impertinente, il progetto Scuola Libera va alla radice

Le relazioni nel gruppo

Imperia. Il bullismo è un fenomeno complesso, che non è causa dei malesseri dei ragazzi, ma è effetto degli stessi: si tratta quindi non di un problema da risolvere, ma di un fenomeno da prevenire.

Il Teatro Impertinente è rappresentato in questo progetto da Emanuele Morandi, mentre la psicologa Tecla Magliano rappresenta la Cooperativa Sociale Onlus Hesperos. Assieme hanno condotto e sviluppato ancora il progetto che sta prendendo sempre più piede nelle scuole della provincia: “Scuola libera”, che quest’anno si è concluso con buoni risultati presso la scuola secondaria di primo grado di Pontedassio G. Natta.

Le emozioni, gli affetti e i sentimenti sono il costante sottofondo delle nostre esperienze quotidiane. Spesso i ragazzi, in una fase delicata della loro vita come quella adolescenziale, vivono situazioni ed esperienze che condizionano il loro agire quotidiano e spesso non hanno spazi in cui esprimere le loro emozioni, che vengono così contenute finendo per esplodere in contesti e modi non appropriati.

La finalità di questo progetto è quella di creare nella scuola un contesto che consenta ai ragazzi di avere uno spazio in cui condividere i propri sentimenti e metterli in relazione con quelli degli altri, di imparare a gestire le proprie emozioni e di lavorare per migliorare le relazioni all’interno del gruppo classe.

Quali passi fare?

Lavorando con i ragazzi è importantissima l’osservazione delle dinamiche del gruppo. Agire è fondamentale e può avvenire solo attraverso la comprensione di ogni parte in causa, ed il tipo di malessere che porta al comportamento di “bullo”, “complice” o “vittima”.

Inizialmente si propone di analizzare e mettere in discussione il concetto di BULLISMO, attraverso un percorso teatrale che consenta ai ragazzi di trovare nella dimensione del gioco stimoli e motivazioni per comprendere e apprendere tale fenomeno, mettendo se stessi in ciò che si fa.

Teatralizzare i conflitti consente di mettere in relazione sistemi di vita generalmente separati, come l’immaginario e il reale, il corpo e la mente, la norma e la trasgressione, l’inconscio e la razionalità, dando agli individui la possibilità di rimettersi in discussione e di superare un problema che coinvolge non il singolo, ma il gruppo.

In questo percorso l’obiettivo si raggiunge attraverso l’associazione di pratiche pedagogiche e organizzative del laboratorio insieme al sistema di laboratorio teatrale/performativo per ragazzi, in uno svolgimento di giochi e di esercizi secondo un programma fluido e flessibile.

La sezione dedicata all’integrazione, interna alle problematiche dello stesso gruppo “classe”, dovrebbe permettere di affrontare tutti i problemi tipici della pre-adolescenza e dell’adolescenza, accompagnando il gruppo in un percorso che punta a lavorare sui propri limiti corporei e percettivi, e sul concetto di cambiamento.

Lo spazio del teatro consente che il percorso sia svolto con semplicità, in uno spazio protetto e non giudicante, aperto a qualunque forma di ricerca, sperimentazione e riflessione. Dove è possibile ritrovarsi o fare finta che i ruoli di “bullo”, “complice” o “vittima” siano mescolati. E magari scoprire che è possibile uscirne, ritrovando un proprio equilibrio e le qualità positive delle persone che stanno dietro tali etichette.